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La Pasqua del volontariato

di Andrea Pancaldi

È ormai da molti anni, si può dire dall’inizio degli anni ‘90, dopo la caduta del muro di Berlino, la crisi delle forme tradizionali della rappresentanza, partiti e sindacati, e l’appello alla società civile, generoso da alcune parti, rivelatosi al di la delle intenzioni strumentale e cooptativo nella maggior parte dei casi, che il “volontariato” si trova dentro a dinamiche di trasformazione, identitarie, di senso e organizzative molto complesse.

L’appello al pre-politico prima e il sorgere quasi contemporaneo del dibattito sul terzo settore poi, oltre ad un cambiamento del lessico, hanno innescato una fase che ben descrivono le parole che prendo a prestito da Giuseppe Cotturri ed Aldo Bonomi: una “transizione lunga” e una realtà “sospesa tra non più e non ancora”. (1) Continua a leggere

Pessimo servizio ai temi sociali da parte della TV

di Andrea Pancaldi*

Tra cinema (Harold e Maude), televisione (Giovanna, la nonna del Corsaro nero alla TV dei ragazzi negli anni ‘60) e fumetti (nonna Abelarda) il personaggio della vecchietta arzilla, magari col Winchester in mano a tenere a bada i prepotenti dei film western, è sempre esistito. Per certi versi è riapparso nei giorni scorsi sulle TV nostrane.

Ha fatto ovviamente notizia la “fuga” da una RSA di una anziana ed arzilla signora che, stando alle cronache, non potendone più della vita in quella struttura e volendo la sua libertà, se n’è fuggita al mare in treno col suo deambulatore, andando alla ricerca dell’albergo dove trascorreva le vacanze estive da ragazza, che ora non esiste più, e trovando accoglienza, anche gastronomica, presso la locale parrocchia. Il caso e i suoi ingredienti (prigione/evasione, deambulatore/treno, minestrina/succulenta cena, genitore che si ribella ai figli e non viceversa…) non può che evocare simpatia e soccorrere in parte le paure, alcune inevitabili, altre che dipendono da elementi del  contesto:  vecchiaia, non autosufficienza, strutture anonime dove l’organizzazione prende il sopravvento sulle relazioni, eventuali rapporti famigliari deteriorati o comunque complicati e relative solitudini. Continua a leggere

Nuove prospettive di comunità educante

Il Tavolo In.Con.Tra a Casale Monferrato

A cura di Ilaria Venezia (1), Loredana Imarisio (2), AnnaMaria Avonto (3) e dell’équipe del Settore Minori Servizio Socio Assistenziale ASL AL – Distretto di Casale M.to (4)

Premessa

Sempre più sovente gli assistenti sociali si trovano a dover affrontare e gestire situazioni giunte ormai al “collasso”, in cui è possibile intervenire solo con strumenti di “estrema ratio”, senza poter più delineare un progetto di aiuto il più possibile condiviso con le parti in gioco. I servizi di tutela sui minori, nell’ultimo periodo, lavorano prevalentemente in situazioni di urgenza con la difficoltà di stabilire un progetto di crescita delle famiglie e di cogliere le opportunità che le famiglie stesse portano al servizio (Mirri, 2018).

Diventa fondamentale, pertanto, lavorare maggiormente sullo strumento della prevenzione, con il quale gli assistenti sociali possono costruire e delineare precise linee di intervento e organizzare risposte concentrandosi sulla comunità anziché sul singolo individuo (Allegri, 2017), con il fine ultimo di promuovere benessere, evitando “situazioni di non ritorno”. Continua a leggere

Curare in Riva al Brembo

Riflessioni di un neurologo tra certezze e incertezze della medicina e della neurologia, tra cura della malattia e qualità della vita

di Giampietro Salvi*

Il giardino e le rive del Brembo sono il luogo che io rivisito spesso: lo stormire delle fronde, la brezza, e il gorgoglio delle acque hanno il potere di riconnettermi, con piacevoli sensazioni di benessere, con le certezze di base che, insieme alla formazione degli anni di studio ed esperienza clinica, fondano il mio mestiere. Il Brembo ha un potere rasserenante nei momenti di dubbio e incertezza, come il pedalare in solitaria ascoltando il ticchettio delle ruote e il salto della catena al cambio lungo i 40 km di ciclabile che lo costeggiano…

Leggere Coen “L’arte della probabilità, certezze e incertezze in Medicina” Raffaello Cortina Editore), in riva al Brembo ha avuto risonanze particolari (vedi anche gli articoli pubblicati in questa stesso spazio di Augusta Foni e Rita Montoli). Continua a leggere

Nuove riflessioni sulla lettura di “L’arte della probabilità. Certezze e incertezze in medicina”

Appunti e pensieri sollecitati dalla lettura del libro di D. Coen e dal post di Augusta Foni.

di Rita Montoli*

La lettura del libro di D. Coen “L’arte della probabilità. Certezze e incertezze in medicina”, apre a 360 gradi su aspetti del grande sapere medico ma anche sulle aree grigie, le incertezze dei percorsi diagnostici e dei trattamenti. Al medico si propone però, per potersi ancorare a qualche isola di certezza, di dotarsi di una buona competenza statistica e di biometria e di saper selezionare affidabili fonti di informazione per poter mettere a confronto linee guida, Randomized Clinical Trials, metanalisi, studi osservazionali, ecc.

Se alla fine di questo complesso percorso razionale rimangono dubbi sul “che fare”, sul piano decisionale può sempre venire in soccorso al medico l’occhio clinico, il “gut feeling” (il sentire della pancia) in cui entrano in gioco esperienze personali, vissuti relazionali, sentimenti legati ai propri valori che fanno riferimento alle dimensioni inconsce e preconsce. In fondo “resta da dire che il processo decisionale che ho descritto è quasi sempre un processo inconsapevole” (pag. 140 dal testo). Continua a leggere