Archivi categoria: Attualità

Silenzio per la pace

di Gianna Stefan*

Da più di due anni ogni settimana un gruppo informale di donne si dà appuntamento il giovedì, in una via o piazza di Milano, dalle 18.30 alle 19.00 per testimoniare il proprio desiderio di Pace e No alla guerra, attraverso la pratica del silenzio attivo. 

Si chiamano Silenzio per la Pace Milano e la loro iniziativa è laica, aconfessionale e apartitica.

Il 7 novembre 2023, invitate dalla Casa della Cultura di Milano a partecipare all’incontro “La Pace ha un volto di donna”  con Silvia Vegetti Finzi e Lidia Campagnano, per la prima volta hanno presentato pubblicamente la loro esperienza.

Gianna Stefan, a nome del gruppo composto da Assunta Vincenti, Bruna Benvenuti, Carla Miglioli, Ileana Bianchi, Manuela Corbetta, Maria Russino, Michela Sermoneta, ha raccontato la storia e gli sviluppi di questa iniziativa pacifista dai suoi albori fino ad ottobre 2023. Continua a leggere

Benessere disuguale: salute e vulnerabilità sociali

È disponibile online (acquistabile singolarmente in pdf o cartaceo), e presto in spedizione agli abbonati, il nuovo, ricco fascicolo doppio, di Prospettive Sociali e Sanitarie. L’inserto monografico di questo primo fascicolo dell’anno, dal titolo: “Benessere disuguale: salute e vulnerabilità sociali” è curato da Giulia Mascagni e da Andrea Bilotti.

Come sempre, non mancano altri articoli su tematiche sociali e numerose segnalazioni di nuovi libri.

L’anteprima del fascicolo è disponibile sul sito di PSS, da dove è possibile acquistare e scaricare l’intera copia, anche in pdf.

Chi fosse interessato ad abbonarsi alla rivista può trovare le indicazioni necessarie qui.

Per ulteriori info: ps*@ir*******.it – 02.46764276

“Benvenuti in Galera”

di Francesca Susani*

Sarà che io quando cucino mi rappacifico con la vita (mio marito dice che “seguo il mio flusso”) e che il mondo della ristorazione mi affascina ormai da molti anni… ma dal momento in cui mi sono seduta in sala ho goduto di ogni passaggio di questo bellissimo documentario che racconta l’esperienza del primo ristorante aperto in un carcere, ho riso e mi sono commossa. Ho provato tanta stima e simpatia per i protagonisti della storia. E ho cercato di capire e di vedere le cose con occhi diversi. Continua a leggere

L’indiscreta infodemia e la confortante caverna

di Anna Paola Lacatena

 Non prendete nulla solo fotografie,

non lasciate nulla solo impronte,

non uccidete nulla solo il tempo.

(Motto della Grotta di Baltimora)

 

Nell’opera La Repubblica, all’inizio del libro VII, Platone propone l’immagine della caverna come rappresentazione della condizione umana. Di fatto, per il filosofo ateniese, esistono due mondi, uno incentrato sull’apparente e, dunque falso, l’altro nascosto ma vero. Da una parte l’illusorio e il fugace, dove è possibile conoscere solo attraverso i sensi, dall’altra il mondo conoscibile solo con la ragione in cui albergano idee eterne e immutabili.

Nella caverna, allegoria della condizione umana, gli esseri umani sono incatenati e ridotti alla condizione di schiavi. Le catene sono i vizi, le passioni, l’ignoranza superficiale che si accontenta di sapere attraverso le ombre delle cose proiettate dalle statue. Questi prigionieri pensano per impressioni fugaci e credono di sapere, facendo esclusivamente leva sulle impressioni e la sensibilità, pur non conoscendo la realtà che vive fuori dalla caverna. Un giorno, uno dei prigionieri, riuscito a liberarsi, tra mille difficoltà riesce a uscire da quegli angusti spazi, scoprendo il mondo reale, illuminato dal sole che nell’allegoria rappresenta l’idea più elevata: il Bene. Tornato nella caverna per comunicare ciò che hanno scoperto anche agli altri, viene deriso e poi ucciso dagli stessi uomini, falsi maestri e sofisti, incapaci di comprendere e apprezzare la verità, – il riferimento a Socrate e al suo amaro destino è pressocché evidente. Continua a leggere

La Pasqua del volontariato

di Andrea Pancaldi

È ormai da molti anni, si può dire dall’inizio degli anni ‘90, dopo la caduta del muro di Berlino, la crisi delle forme tradizionali della rappresentanza, partiti e sindacati, e l’appello alla società civile, generoso da alcune parti, rivelatosi al di la delle intenzioni strumentale e cooptativo nella maggior parte dei casi, che il “volontariato” si trova dentro a dinamiche di trasformazione, identitarie, di senso e organizzative molto complesse.

L’appello al pre-politico prima e il sorgere quasi contemporaneo del dibattito sul terzo settore poi, oltre ad un cambiamento del lessico, hanno innescato una fase che ben descrivono le parole che prendo a prestito da Giuseppe Cotturri ed Aldo Bonomi: una “transizione lunga” e una realtà “sospesa tra non più e non ancora”. (1) Continua a leggere