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Il potere della resilienza

di Barbara Pipia*

L’esperienza e la competenza di gestione dei servizi sociosanitari, accumulate negli anni, ti permettono, sovente, di essere preparata ad affrontare al meglio i momenti di criticità.

Strutturi i turni degli operatori mesi prima, in modo da dare loro la possibilità di richiedere per tempo permessi o ferie, stili procedure condivise rielaborate e aggiornate con i colleghi, evitando che le azioni possano non essere accettate.

Controlli che le cartelle siano complete ed ordinate, proponendo momenti di concertazione dell’intervento, anche attraverso la compilazione plenaria dei Progetti Educativi Individualizzati.

Rispetti scadenze, partecipi e predisponi momenti di aggiornamento e supervisione per l’intera équipe. Solleciti ogni membro del gruppo a proporre attività, progettarla ed eseguirla in modo che calzi il più possibile alle esigenze dei signori ospiti inseriti nel Servizio.

Insieme ai colleghi rendi la struttura accogliente, un ambiente vivace e ricco di libri, film, musica e accesso ad internet.

Attivando partnership ed implementando via via la rete di risorse territoriali, sono stati avviati una serie di progetti trasversali per rendere gli ospiti cittadini attivi nella società, alcuni individuali, altri di gruppo, altri ancora aperti alla cittadinanza. Continua a leggere

La fragilità come vaccino comunitario

Considerazioni circa l’impatto della pandemia sul mondo dei servizi per le persone con disabilità e sul lavoro degli operatori

di Riccardo Morelli*

 

Un piccolo virus in un sistema complicato

Possiamo considerare gli accadimenti legati alla pandemia come eventi tragici da lasciarci alle spalle e rispetto ai quali occorre riuscire a ricostituire un equilibrio accettabile.

Possiamo pensare che quanto accaduto sia una parentesi, che il nostro obiettivo debba essere quello di far ripartire i servizi e di farlo in modo da garantire il prima possibile lo stesso livello di prestazioni e di fatturato ante Covid.

Sarebbe un errore.

Il virus rappresenta molte cose. Ha causato eventi terribili, portando dolore e lutto.

Rappresenta però anche uno “stress-test” per la rete dei servizi dei quali ha rivelato fragilità e punti di forza; ci ha detto quali assetti organizzativi e quali legami comunitari preesistenti alla pandemia sono maggiormente funzionali alla tenuta della coesione sociale.

Riuscire a riflettere su questi elementi di tenuta e di fragilità può essere molto importante, perfino urgente, in questa fase, anche e proprio in relazione alle incertezze alle quali siamo esposti. Abbiamo forse la possibilità di correggere il tiro, di mettere a frutto gli apprendimenti di questi mesi. Continua a leggere

… Altro che disabilità

di Anna Santalena*, Elisa Daniotti**, Francesca Dotto***

Siamo educatrici, e sì, per noi l’inclusione sociale è un obiettivo fondamentale, per noi che abbiamo sempre incentivato l’apertura all’esterno, questo lockdown è stata una bella sfida.

Certo, inizialmente ci ha lasciate proprio di stucco, ma dopo un primo senso di disorientamento le nostre strutture non hanno perso di vista la loro mission: garantire il benessere e l’inclusione delle persone ospitate all’interno. Per farlo è servito un grande sforzo, quello di reinventarsi all’istante, perché a causa della minaccia del Coronavirus, da un giorno all’altro abitudini radicate sono venute meno. La quotidianità dei nostri ospiti, le piccole cose che per loro erano Vita, improvvisamente vengono sospese. Continua a leggere

“Soagna Fossal”

di Franco Marengo*

Etimologia

In piemontese soagné significa aver cura, trattare con riguardo e i fossal sono i fossati, conosciuti sia come fossi a bordo strada sia come confini divisori.

Soagna fossal è un’espressione probabilmente inesistente nel linguaggio parlato, ma che aiuta a ricordare chi un tempo aveva cura dei bordi strada e dei fossi e, assicurandone la pulizia, manteneva le carreggiate in ordine, impedendo la tracimazione dell’acqua e i danni che l’incuria avrebbe provocato. Perché le strade erano un bene di tutti, consentivano i collegamenti in quel territorio di cui erano parte integrante. Continua a leggere

Operatori della tutela minori: nuove sfide e nuovi bisogni formativi

di Paolo Tartaglione*

Il prezioso mondo di operatori  dei servizi pubblici e privati, che prende il nome di Tutela Minori, avverte in questi anni un profondo bisogno di rinnovamento. Principalmente la frustrazione degli operatori viene diretta su questioni di ordine economico, che nella percezione diffusa starebbero erodendo il terreno su cui poggia il sistema di protezione di bambini e adolescenti, riducendo gli strumenti a disposizione e moltiplicando gli adempimenti e il numero di casi di cui occuparsi.

Questa percezione ha una grossa base di verità, ma non è sufficiente a spiegare la sensazione di abbandono da cui sono pervasi molti operatori, e soprattutto ha il limite di non essere risolvibile da chi lavora nella Tutela, se non in maniera indiretta, essendo prevalentemente frutto di scelte di natura politica e amministrativa.

Pertanto, in affiancamento, e non in alternativa a una riflessione politica sulla necessità che la società decida di investire maggiori risorse su bambini, adolescenti e famiglie in difficoltà, pensiamo utile proporre ai colleghi che operano nella tutela dei minorenni qualche considerazione autoriflessiva. Continua a leggere