Archivi tag: disabilità

Operatori sociali: tra immunitas e communitas

di Riccardo Morelli*

imageLa questione affrontata nel recente post “Considerazioni sull’appropriatezza dei progetti individualizzati nell’area della disabilità” apparso su Scambi di Prospettive ad opera di Walter Fossati è molto interessante, perché rianima un tema da sempre presente nell’ambito delle professioni di aiuto, ossia quello della dialettica con il mondo sanitario. Nello scritto, in sintesi, si afferma che nelle RSD lombarde è inappropriata la presenza prevalente di educatori professionali laureati nella classe 19 ad indirizzo socio-culturale rispetto a quelli laureati nella classe L/SNT/2  ad indirizzo sanitario.

Ritengo che rispetto allo sviluppo delle professioni di aiuto ed alle competenze di chi le esercita, il nodo da affrontare sia prima di tutto di carattere ontologico. Penso che il tema non debba essere principalmente legato all’acquisizione di competenze più o meno congrue, quanto, in primis, all’orientamento culturale di fondo su cui si strutturano tali competenze.
E’ chiaro che la competenza tecnica è centrale. Irrinunciabile. Dobbiamo, però, interrogarci su quale consapevolezza viene innestata su essa. Quale il senso della tecnica che utilizziamo quando siamo posti di fronte alla fragilità? Quale percorso formativo ci può aiutare a sviluppare questa consapevolezza, oserei dire ancor più centrale rispetto alla stessa competenza tecnica?
La sanitarizzazione delle professioni di aiuto è un trend in essere da tempo. Se non direttamente o immediatamente nei curriculum universitari, nella pratica quotidiana e nella vita dei servizi. La penetrazione culturale del modello dell’accreditamento è imponente nell’ambito socio-assistenziale. Con risvolti positivi e negativi. Continua a leggere

Disabilità e sessualità. Oltre il dibattito sulla assistenza sessuale

di Andrea Pancaldi *

pancaldiDa oltre un anno negli organi di informazione dell’area disabilità, quelli on line essenzialmente, in special modo i social network, e su numerosi media tradizionali (quotidiani, agenzie stampa, riviste e settimanali) tiene banco, rispetto al tema più generale del rapporto tra disabilità e sessualità, il dibattito sulla controversa figura dell’assistente sessuale per disabili (AS) e relativo disegno di legge presentato pochi mesi fa.

Mediaticamente la proposta dell’assistente sessuale la fa ovviamente da padrone unendo una “battaglia” che viene definita “di civiltà” alle sollecitazioni potenti che evoca una figura che “mette le mani addosso” alle persone disabili, spingendosi fino ai confini, e in alcune dichiarazioni oltre, del vero e proprio rapporto sessuale. Per i media una miscela di estremo interesse anche perchè sottende possibili, e per ora fortunatamente non emerse, contrapposizioni ideologiche tra cattolici e laici, tra “bacchettoni” e radical chic, tra associazioni di possibile diverso parere.

In questo sintetico contributo non entriamo nel dibattito su si, no, forse dell’assistente sessuale, ma ci limitiamo a dare alcune indicazioni di lettura per permettere di farsi un’idea in generale del tema disabilità e sessualità (che non ha niente di diverso dai cosiddetti normodotati) e per affrontare il tema specifico dell’AS tra chi lo vede come un diritto, una battaglia di civiltà, una strada necessaria per chi ha livelli assenti di autonomia e chi invece sottolinea i rischi, le contraddizioni, i pericoli di questa “scorciatoia”. Continua a leggere

“Lentius Profondius Suavius”

di Franco Marengo*

Suggestioni sulla disabilità in un motto di Alexander Langer

lentiusLavorare con la disabilità mette in rapporto le aspettative prestazionali dell’operatore con l’immaginario ideale di modello sociale a cui avvicinare l’utenza per aumentarne la dignità di cittadini.
Abitiamo un contesto richiedente a ogni livello; stimolati ad aumentare competenze, dare risposte più veloci, più efficaci, più economiche, se passiamo dal ruolo di cittadini, fruitori di servizi, a quello di operatori sociali, prestatori di servizi, manteniamo l’attitudine a spingere l’utenza che beneficia delle nostre attenzioni verso il modello a cui tendiamo come ovvio e naturale, il migliore o l’unico possibile.
L’immaginario sociale di riferimento, anche per le aspettative delle associazioni di famiglie di persone con disabilità, è che i propri congiunti abbiano accesso alle opportunità di tutti, che idealmente è legittimo.
Ma il modello ideale sta sfuggendo di mano, è sempre più ideale e meno praticabile. Le opportunità che abbiamo considerato ordinarie e scontate diventano “a rischio di élite” e lo scarto verso la disabilità aumenta.
Vale la pena provare a mettere in discussione questa visione educativa e chiedersi se sia davvero la strada migliore da percorrere “per aiutare i nostri utenti a stare meglio”? Forse vale almeno la pena farsi qualche domanda diversa dall’ordinario per intravedere risposte nuove.
Credo che l’educatore svolga una funzione di “mediazione comportamentale” tra soggetti e contesti, di traduzione di linguaggi, comunicazione tra luoghi, culture del sapere, sensibilità emotive e psicologiche diverse. Continua a leggere

Handiplage

di Diletta Cicoletti*

IMG_2087Per sfuggire alla pioggia torrenziale di questo mese d’agosto abbiamo fatto tappa a Menton, ridentissima località subito dopo il confine ligure di Ventimiglia. Qui abbiamo un appoggio, ma c’è una folla notevole di torinesi e milanesi che hanno negli anni acquistato appartamenti lungo tutta la passeggiata. Edilizia anni 60-70-80-90: un vero affare che ha cambiato i connotati di quel tratto di costa azzurra, almeno a vedere le foto-cartoline d’epoca collocate un pò ovunque.

Cerchiamo un posticino di solito nella parte di spiaggia dove c’è anche il servizio Handiplage: è il servizio dedicato alle persone con disabilità che in questo modo hanno un supporto per fare il bagno in mare, un aiuto per essere cambiati e asciugati, un pò di ristoro e tutto l’occorrente per godersi il sole. Siccome le “spiagge” sono sassose c’è una passerella, che noi usiamo per il passeggino, che riduce notevolmente ogni difficoltà di accesso al mare. Continua a leggere

Funzioni e limiti delle esperienze di Auto mutuo aiuto di genitori con figli disabili

di Roberto Cerabolini*

poetry1_ceraboliniLa presenza di un figlio disabile costituisce per i genitori un turbamento materiale, sociale ed emotivo con cui sono costretti a fare i conti per l’intero ciclo di vita. Tuttavia, anche nel caso in cui la disabilità non possa essere rimossa, la crescita del figlio può condurlo a superare molte delle barriere che incontra, e ciò dipende in buona parte dalla famiglia e dalla realtà in cui si inserisce.

La possibilità che una persona disabile nasca una seconda volta (come si allude nel celebre romanzo autobiografico di Giuseppe Pontiggia “Nati Due Volte”) e riesca ad esprimere una propria autonoma e soddisfacente esistenza, pur nel rispetto dei limiti delle proprie capacità, deriva dal modo in cui i genitori riescono ad accompagnare questo percorso. Nel doloroso travaglio che li conduce dal trauma iniziale della diagnosi all’accanimento degli approcci riabilitativi, fino alla conoscenza delle caratteristiche e delle qualità del figlio, al rispetto delle sue autonomie, c’è per i genitori un forte rischio di smarrimento, soprattutto quando il figlio cresce e si affaccia al mondo adulto.

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