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Valutare con consapevolezza e senza pregiudizi

A proposito di credibilità dei racconti dei bambini abusati sessualmente

a cura di Cristiana Pessina*

L’abuso sessuale dei bambini è un tema molto delicato, complesso, difficile da gestire emotivamente e operativamente. Il fatto che l’abuso avvenga frequentemente tra le mura domestiche, o comunque a opera di persone di cui il bambino si fida, sempre nel segreto, spesso a carico di bambini piccoli, non sono che alcuni degli elementi che ne costituiscono la complessità, così come il fatto che gli abusanti quasi sempre neghino e che gli incroci con il sistema giudiziario molto spesso siano complicati.

Tutti gli studi retrospettivi ne riportano frequenze inquietanti: per restare in ambito nazionale in uno dei più recenti (Prino et al., 2018 (1)) si dice che il 18% di giovani adulti italiani abbia sperimentato qualche forma di abuso sessuale nell’infanzia e nell’adolescenza, con maggiore presenza tra le femmine rispetto ai maschi.

Eppure, sia in ambito clinico sia in ambito giudiziario, permangono molte difficoltà nel riconoscere questi casi. Alle difficoltà sopra elencate si aggiunge la complessa e controversa questione della credibilità dei racconti dei bambini abusati. In questo articolo si vuole affrontare proprio un aspetto particolare delle rivelazioni, cioè la presenza in esse di elementi così insoliti o raccapriccianti da poterne minare la credibilità. Continua a leggere

Un libro necessario

di Cristiana Pessina*

 

“Vecchi dubbi, nuove certezze” è l’eloquente sottotitolo del libro “Ricordi traumatici”, curato da Marinella Malacrea per FrancoAngeli (Milano, 2021) nella collana promossa dal CISMAI (Coordinamento Italiano contro il Maltrattamento e Abuso all’Infanzia), al quale sono devoluti i diritti d’autore.

Vecchi dubbi allude al dibattito sui falsi ricordi, dibattito datato, ormai scomparso dalla produzione scientifica e superato alla luce delle nuove certezze che provengono dagli studi delle neuroscienze. Continua a leggere

Il rischio del piacere. Le sostanze psicotrope dall’uso alla patologia

di Anna Paola Lacatena*

Tanto si è parlato in passato di tossicodipendenza, soprattutto in chiave moralistica, a fronte di una presunta attuale normalizzazione che ha impedito di approfondire e leggere l’evoluzione del fenomeno nel tempo.

Trasversalmente pochissimo si è parlato di piacere perdendo credibilità nei confronti dei consumatori e dei giovani, disperdendo risorse ed energie in programmi di formazione e prevenzione fuori dalle evidenze scientifiche e dalla realtà vera del consumo.

Ancora oggi l’approccio più diffuso alla sensibilizzazione e all’informazione circa l’uso di sostanze psicotrope si fonda sulla stigmatizzazione e sulla condanna.

Anche gli addetti ai lavori inciampano spesso sulla difficoltà di trattare l’argomento senza indulgere in valutazioni di merito e facili condanne.

L’antidoto e la conseguente tutela della credibilità dell’intervento dovrebbe prevedere invece una maggiore attenzione nei confronti del concetto di piacere. Continua a leggere

Violenza assistita: un fenomeno sottovalutato

di Francesca Longobardi*

convegno Istituto LogosL’Istituto Logos ha organizzato il convegno “Psicologia giuridica minorile, dalla violenza intra familiare al femminicidio. Profili giurisdizionali – Psicologici e Criminologici – Tecniche Investigative. Introduzione al Corso di alta formazione in “Psicologia giuridica minorile e delle donne vittime di violenza”, tenutosi mercoledì 10 dicembre presso il Tribunale di Torino. La sala Maxi Aula 1 della Corte dell’Appello ha ospitato circa 300 professionisti, tra cui molti avvocati, psicologi, assistenti sociali, giornalisti, educatori e studenti. Tanti sono stati i temi discussi e gli autorevoli relatori intervenuti. Continua a leggere

Quando inizierà l’Anno Nuovo delle Donne?

di Marina Cenzo*

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Laurie Penny

Internazionale del 11.01.2013 pubblica “L’anno nuovo delle donne”, un articolo di Laurie Penny, giornalista britannica, columnist del settimanale New Statesman e collaboratrice con The Guardian.

In questa analisi la giornalista, partendo da un Twitter del capo della polizia britannica di Hastinfs, Hearther Keating, che, nella notte del 31.12.2012 esortava le donne a non bere troppo per poi pentirsene, fa un analisi critica, attenta e sottile della “cultura dello stupro”. Rileva la giornalista che ancora ai giorni nostri spesso la donna viene tacciata di mettersi nella condizione di essere stuprata, retaggio di antichi stereotipi che vogliono la donna emancipata e autonoma, terreno di caccia libera. Ma è anche vero, sottolinea la giornalista, che spesso questi tipi di “consigli”, di viaggiare a testa bassa, sotto tono, senza dare troppo nell’occhio, vengono dati alle donne non dai soliti misogini ma, invece, proprio dalle persone che vogliono proteggere le donne, amano le donne. Pensiamo alle raccomandazioni che ogni genitore dà ai propri figli quando escono la sera, pensiamo alla differenza tra quelle date ai nostri figli maschi e alle nostre figlie femmine. Anche alla madre più attenta, aperta, emancipata sarà scappato uno “stai attenta, non bere troppo, copriti di più… ”come se l’essere o non essere violentate dipendesse dalla donna, dai suoi comportamenti e non da chi agisce violenza”. Continua a leggere