Prima del breve resoconto commentato della due giorni che si è conclusa venerdì 5 dicembre a Firenze, dedicata alla “Nuova strategia di relazione tra enti pubblici ed enti del privato sociale”, pubblichiamo lo storify del live twitting che abbiamo condotto e una breve galleria di immagini dei diversi momenti di welforum.
Ecco lo #Storify Live twitting
A #Welforum abbiamo avuto tante presenze, complessivamente nei due giorni 60 persone, tra iscritti a welforum e ospiti esterni.
Buona lettura!
Il programma: intenso e ricco di interventi
La copertina delle due giornate
Prima sessione: Barbetta, Moro, Lenzi, Martignetti discutono del terzo settore e della Legge Delega
Seconda sessione: un’idea per leggere le esperienze selezionate
Terza sessione: Brivio, D’Elia, Scalvini, Fracassi, nuove esperienze dalla coprogettazione alla coproduzione
Emanuele Ranci Ortigosa chiude la sessione di presentazione delle esperienze.
Quarta sessione: la tavola rotonda con Gino Mazzoli. Tisi, Saccardi, Gelli, Palazzini, Bobba.
Come dire in poche parole di un incontro così ricco di contenuti e di personalità? Sarà forse il caso di tornare più volte sui principali (e molti) temi trattati. Ma, prima di tutto, il tema che ha dato il titolo: le relazioni fra P.A. e privato sociale. L’averlo messo in primo piano è un pregio che basta da solo a valutare positivamente l’incontro. E poi l’assenza di enfasi retorica e generica e l’esposizione, invece, di punti di vista concreti, praticati, volti a operativizzare un concetto di relazione troppo spesso astratto e vago. In questi 2 giorni c’è stato spazio di soddisfazione per le due diverse sensibilità: quella del sociale, e quella dell’amministrativo. Caso raro, credetemi (ma lo sapete già). Devo dire di una tematica in particolare? Rivedo gli appunti e noto come in diversi autorevoli interventi (a cominciare dal primo, l’economista Barbetta) si intrecciano e si richiamano reciprocamente le parole che parlano di valutazione del merito, di misurazione e valutazione dell’impatto sociale, di finanza e di impresa sociali. Ecco: anche richiamando l’attuale sperimentazione anglosassone nella Big Society e nei social bond, credo si evidenzi come l’affrontare con coraggio le sfide del non profit e delle sue relazioni con le istituzioni del pubblico (e del privato profit) induca un netto e positivissimo salto di qualità nel pensiero e nell’azione che quel non profit accompagnano e supportano. Ed obblighi la PA ad un analogo sforzo di crescita professionale; e questo è già un altro mondo di discorsi che si apre. Grazie a IRS per la bella impresa (sociale, appunto) portata a termine.