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Perchè ammazzare chi ci dovrebbe/potrebbe aiutare

di Pierluigi Emesti*

Psichiatra uccisa: fiori e messaggi davanti CentroE’ di pochi giorni fa l’episodio della psichiatra di Bari che è stata accoltellata da un paziente.
Non si tratta purtroppo di un episodio rarissimo, anche se fanno molto clamore queste storie: enfatizzate dai media, colpiscono intensamente e rimangono a lungo nella memoria. Personalmente mi ha colpito in modo particolare, oltre al dispiacere per la dottoressa stimata e appassionata del proprio lavoro, la reazione dei colleghi: avevano più volte chiesto una guardia giurata a protezione della loro incolumità. Per i soliti motivi di costi questa presenza era stata negata. Continua a leggere

L’estate sta finendo… e un servizio se ne va

di Valentina Ghetti*

imageÈ finita l’estate, si ricomincia. Ricomincia il lavoro, a breve ricominceranno le scuole, e come ogni anno anche mio padre – affetto dal morbo di Parkinson – aspetta di ricominciare la terapia riabilitativa che segue ormai da due anni. Due giorni alla settimana di logopedia, ginnastica fisioterapica in acqua e supporto psicologico. Il tutto presso un istituto clinico pubblico specializzato nel trattamento di questa patologia.

Purtroppo però ciò che doveva iniziare la seconda settimana di settembre e che, inutile dirlo, lui attendeva con ansia, non si sa se comincerà mai. L’Asl non ha ancora fatto sapere se quest’area di interventi potrà continuare ad essere finanziata. Per ora dunque bocce ferme e un cordiale “le faremo sapere”, con aggiunto “ma non si illuda, ammesso che qualcosa riprenda, non sarà mai nei termini e nelle modalità degli scorsi anni”. Continua a leggere

Gruppi di parola per bambini: un progetto importante ma a “costo zero”

Ho una cara amica che lavora come psicologa all’Asl di Milano. La conosco da più di dieci anni, da quando i nostri figli hanno iniziato il nido, rigorosamente comunale, insieme.

In questi dieci anni ho avuto la possibilità di conoscere la passione che mette nel suo lavoro, ma anche la fatica che le richiede.
Lei, con tre figli maschi, che come tutti i figli maschi spesso la fanno impazzire, lavora con i bambini maltrattati, con i padre abusanti, con le madri in difficoltà, con le famiglie disagiate.
Da quasi tre anni, il servizio dell’Asl dove lavorava quando l’ho conosciuta (Centro di psicologia del bambino e dell’ascolto) ha chiuso e lei è stata trasferita al Consultorio di Via Boifava, quartiere di Gratosoglio, che presenta una realtà sociale complessa. Continua a leggere