Una rassegna inglese del rapporto costi/benefici che può derivare dall’incremento dei Servizi
di Roberto Cerabolini*
Una recentissima pubblicazione del Centre for Mental Health di Londra (un Ente britannico indipendente di ricerche sulla salute mentale) presenta uno studio che analizza costi e benefici degli interventi diretti a prevenire o curare alcune delle condizioni di salute mentale più comuni che colpiscono i bambini e i giovani.
Analizzando i dati sull’incidenza delle condizioni di disturbo mentale, quelli sulle capacità d’intervento del sistema socio-sanitario e gli esiti dei trattamenti presentati nelle ricerche pubblicate, il volume – scaricabile a questo indirizzo– riassume con chiarezza le prove disponibili dell’efficacia e del rapporto costo-qualità di interventi per bambini e adolescenti con problemi di salute mentale. Le conseguenze di tale condizione sono analizzate secondo i criteri della riduzione del tempo di vita, i costi delle cure -sovente necessarie per tutta la vita- la perdita delle opportunità di istruzione e di lavoro -con la minore contribuzione alle spese della collettività- senza contare il benessere e la soddisfazione personale e familiare. Viene attualmente stimata in 20 anni la minor aspettativa di vita delle persone con gravi e durevoli problemi di salute mentale.
Nel presentare il lavoro Sean Duggan, direttore del Centro, ha sottolineato come, nonostante la chiara evidenza che i benefici finanziari derivanti dalla prevenzione e dagli interventi precoci a tutela della salute mentale superano di gran lunga i costi, solo una minoranza di bambini che presentano tali problemi riescono ad ottenere qualche forma di trattamento; e i recenti tagli ai servizi di salute mentale suggeriscono che questa drammatica carenza possa approfondirsi nel prossimo futuro.
Nel Regno Unito quasi il 10% dei minori di età compresa tra 5-16 soffrono di un disturbo psichico clinicamente diagnosticabile, ma questo spesso non è riconosciuto e affrontato, e si stima che ben il 60-70% dei bambini e adolescenti con difficoltà clinicamente significative non abbiano ricevuto interventi appropriati in età precoce. Questo crea un duplice danno: nell’immediato non attenua il disagio per i minori e le famiglie, e in prospettiva, in assenza di interventi adeguati, favorisce la persistenza e l’evoluzione del disturbo, con conseguenze negative, tra cui una serie di costi supplementari, diretti e indiretti, che pesano sulle persone, sull’erario e sul contesto sociale più ampio.
I benefici misurati dalla ricerca citata includono due principali elementi: la riduzione nel tempo dell’utilizzo del Servizio di Salute Mentale e degli altri Servizi pubblici e la valorizzazione delle risorse personali e sociali dell’individuo e delle famiglie, con un miglioramento della produttività dello studio e dell’accesso al lavoro.
Con riferimento ai disturbi del comportamento, vengono indicati anche i benefici per la comunità derivanti dall’attenuazione dei comportamenti antisociali e violenti. Ad esempio, è stato osservato che circa il 5% dei bambini di età compresa tra 5-10 anni sviluppano questo genere di problemi di salute mentale; rispetto ai loro coetanei, questi minori presentano:
– una probabilità doppia di abbandonare gli studi senza qualificarsi;
– una probabilità quadrupla di soffrire di tossicodipendenza;
– 6 volte la probabilità di morte prima dei 30 anni;
– 8 volte la probabilità di essere segnalati all’autorità giudiziaria;
– 20 volte la probabilità di finire in carcere.
Si stima che solo un quarto di questa popolazione riceva l’aiuto di cui avrebbe bisogno.
Il carattere peculiare di questa ricerca sta nella chiara valutazione del rapporto costi/benefici, derivata dall’analisi dei dati clinici, dalle conseguenze sociali e dalle spese degli interventi per quattro principali aree del disturbo mentale (disturbo della condotta, ansia, depressione e ADHD). Le valutazioni basate sull’evidenza degli studi consentono di stabilire il beneficio che potrebbe derivare da maggiori investimenti nei programmi di prevenzione e recupero precoce dei disagi psicosociali.
L’interesse per il lettore italiano è dato anche dalla rassegna dei vari programmi specifici d’intervento (Family Nurse Partnerships, Group Parenting Programmes, Individual Parenting Programmes, School-based Interventions, Anti-bullying Interventions, Aggression Replacement Therapy, Multi-dimensional reatment Fostering, ecc.). Alcuni di questi presentano caratteri similari a sperimentazioni in atto anche nel nostro paese, che tuttavia difettano di adeguata modellizzazione e di studi sulla loro efficacia e sulla convenienza per gli individui e la società. Gli interventi presi in esame rappresentano buoni investimenti sia sul piano finanziario – con costi di intervento essendo molto basso rispetto ai potenziali benefici, con un rapporto addirittura di 1:27 nel caso delle attività più precoci- sia su quello del miglioramento delle condizioni di vita.
Lo studio non trascura le condizioni dei minori che presentano Disturbi dello Spettro Autistico e Psicosi ad esordio adolescenziale, indicando l’importanza della diagnosi precoce e del lavoro olistico che nasce dalla collaborazione tra psichiatri e operatori di sostegno sociale. Mette anche l’accento sulla crescente evidenza delle conseguenze sulla salute dei bambini che derivano dall’identificazione e dal trattamento dei disturbi della salute mentale delle madri nella gravidanza e nel primo anno di vita. Depressione, ansia e psicosi perinatale della madre comportano un costo stimato in circa 7.500 € per ogni nascita, che riguarda, per oltre il 70% disagi a carico del bambino.
In conclusione questa rassegna afferma che il risparmio sui Servizi a sostegno della salute mentale dei bambini costituisce una falsa economia, e indica la necessità di raggiungere coloro che sono portatori di bisogno per conseguire il miglior rapporto qualità-costo.
*Psicoterapeuta presso “Fraternità e Amicizia” Coop.va Soc. Onlus, Milano
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