Ci muoviamo su una sottile linea rossa, un confine fragile e allo stesso tempo tremendamente forte. Adam Kabobo in preda alla follia uccide per strada a Milano. È un “senza fissa dimora”, una persona ai margini, con un’espulsione sulle spalle, un ricorso chiesto contro la stessa richiesta di espulsione. Davide Carella, 21 anni, non ce l’ha fatta, Alessandro Carolè, 40 anni, era morto sul colpo, Ermanno Masini, 64 anni, è grave in ospedale, lotta tra la vita e la morte. La politica ha fatto il suo commento, opposto: il sindaco Pisapia e la Lega Nord, l’uno a cercare di comprendere l’incomprensibile con la sua presenza pacata, l’altra (o gli altri) irrompendo in un silenzio attonito con il banchetto nel quartiere della strage, per dire no all’”invasione”.
L’invasione degli invisibili, in realtà. Ieri un articolo titolava “Il mistero di Kabobo, il fantasma
che si trasforma in un assassino“, poi le 4 molotov piene di benzina sono state trovate davanti a un centro di assistenza per rifugiati politici a Milano, quartiere Greco, accanto a Niguarda dove è avvenuta la tragedia.
Filippo Azimonti prova a parlarne dal suo Blog su Repubblica.
Infine un nuovo intervento di Francesco Merlo.