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Partecipazione tra sociale ed ecosostenibile. Orizzonti corti e orizzonti c-orti.

di Andrea Pancaldi*

babeleSmart cities, orti urbani, beni comuni, social street, sharing economy, riuso, riciclo, baratto, cittadinanza attiva, e-democracy, secondo welfare, wiki government…circular economy.

Che sia proprio vero che ne uccide più la lingua che la spada?

Negli anni ’90 post muro di Berlino, la crisi di rappresentanza di partiti e sindacati portò all’esplosione del fenomeno del volontariato, prima, e del terzo settore poi, con relativo corollario di un nuovo vocabolario (non profit, finanza etica, impresa sociale, a riprova di una via italiana sostanzialmente economica al terzo settore), dentro ad una idea di società civile come collante che permetteva alla società di resistere e ri-esistere. Ora, nell’era del compimento della dissoluzione delle rappresentanze, in particolar modo il venir meno della rappresentanza data dal lavoro e dalla appartenenza politica e dei relativi luoghi, un nuovo vocabolario si affaccia all’orizzonte, intrecciandosi, sovrapponendosi, sostituendosi, confrontandosi, scontrandosi con quello/i precedenti. Continua a leggere

Microcosmo parco giochi

di Diletta Cicoletti*

10414410_10205203434429547_7362836089883172395_nHo sempre pensato che il parco giochi davanti a scuola fosse un piccolo mondo concentrato e ho sempre pensato che chi programma le politiche per l’infanzia e per le famiglie potrebbe frequentarli, anche se non obbligati, per aggiornare la propria mappa dei dati di contesto.

Quello che frequento di solito è in piazzale Bacone a Milano ed è un posto di una vitalità imbarazzante. Alle 16, primo orario di uscita della materna, trovi al parchetto i nonni, pochi. Alle 16.30 si uniscono i bimbi della seconda uscita della materna e della primaria. Continua a leggere

Quando i social network formano comunità

di Francesca Longobardi*

locandina Socialinstep - Quando i social network possono formare comunitàLa cittadinanza (quella consapevole), essendo i servizi pubblici sempre meno capaci di rispondere alle esigenze della popolazione, cerca oggigiorno, con maggiore forza, di entrare nell’arena della decision making e di trovare spazi di condivisione. Abbandonata la regola della delega, i cittadini si assumono la responsabilità di essere e di fare i cittadini. Gli strumenti utilizzati sono molteplici e tra i tanti c’è l’uso dei social network. Essi hanno cambiato radicalmente il nostro modo di vivere. Invece dei giochi da tavola, preferiamo quelli sullo smartphone. Qualsiasi cosa ci capiti lo imprimiamo in un tweet. E tra le altre attività, nei social network facciamo anche politica e affermiamo da che parte stiamo. Grazie a loro, il nostro senso di appartenenza cresce e si rafforza. Social Street è uno dei tanti esempi di come possiamo utilizzare le nuove tecnologie per formare comunità. Di cosa si tratta? I passaggi sono a grandi linee questi: si apre un gruppo su facebook con lo stesso nome del quartiere in cui si risiede e si invitano tutti i vicini “amici”. Semplice. La voce si sparge ed il buon rapporto di vicinato diventa una possibilità. Continua a leggere

Social Street: reti di solidarietà e condivisione tra vicini di casa

logo_fbBologna (per prima, con via Fondazza) e Milano avviano le loro esperienze di social street e un sito raccoglie materiali per diffonderle. Stanno per diventare una moda? Un tormentone? Sono un’occasione?

Possiamo carpire qualche segreto? Qualche ingrediente per rendere questa esperienza una risorsa per il sociale?
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