A Milano: la Festa di via Padova il 17 e 18 maggio 2014

di Patrizia Taccani *

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Un bambino stupito da quanti segreti
potesse nascondere la “sua” via
a un certo punto ha esclamato
“ma…. via Padova è meglio di Milano!”
Ci è piaciuto così tanto che abbiamo
deciso che questo grido di sorpresa
sarebbe stato il nome della Festa…
(tratto dal Programma redatto dalla Associazione)


Il nome della Festa

Così ora sappiamo il perché del nome “Via Padova è meglio di Milano!” attribuito ad una Festa che racchiude un considerevole numero di eventi in un dato tempo, in un dato luogo. La Festa di via Padova è arrivata alla sua quinta edizione. Lo scorso anno ne avevo scritto per “Scambi di Prospettive” limitandomi alla personale esperienza di partecipazione allo specifico evento di un’intera giornata dedicata al silenzio.
Oggi mi sembra importante parlarne prima che si dia vita alla Festa, per diversi motivi. Uno certamente riguarda la necessità di far conoscere l’evento per permettere a chi vuole entrare in carne ed ossa nel vivo della Festa di segnarsi la data. Save the date, dunque, o navigante!

Nasce l’Associazione

Un secondo punto, sempre informativo, riguarda la costituzione della Associazione “Via Padova è meglio di Milano” dal cui Statuto stralcio un comma (art.2) per la sua peculiare chiarezza: “Finalità dell’Associazione è costituire, attraverso una manifestazione chiamata “Via Padova è meglio di Milano” (d’ora in avanti “Festa”), una grande occasione per promuovere il coinvolgimento di cittadini e delle strutture organizzate che vi aderiscono, che costituiranno la Rete della Festa, per concorrere a costruire una nuova identità territoriale solidale, capace di valorizzare le tante diversità umane, sociali e culturali che caratterizzano la via. Questo percorso di approfondimento e condivisione della più ampia partecipazione democratica è nello stesso tempo uno strumento e un fine dell’attività dell’Associazione.” (V.  Link Statuto).

Finalità e strumenti si intrecciano

Su questo punto vorrei aprire con un primo, breve commento. Nel costruire un progetto si è soliti tener conto di un’avvertenza, quella di definire e ben distinguere le finalità dagli strumenti per raggiungerle, questo per una miglior efficacia dell’intervento. Quanto appena letto, invece, ci fa convinti che per questo lavoro di comunità e con la comunità diventa indispensabile lasciare che finalità e strumenti si intreccino. Le persone che collaborano nella Associazione e con essa, puntano sul coinvolgimento di altri e lo fanno attraverso la cooperazione, usano della valorizzano di singoli e di associazioni per accrescerne il valore soggettivo e sociale, mettono a disposizione le loro qualità identitarie come strumenti di confronto e le modificano proprio attraverso il confronto con le qualità altrui, con l’obiettivo di far crescere partecipazione democratica sul territorio. Non a caso viene usato il termine di percorso. Cammino che, come ha scritto Antonio Machado, “si fa camminando”: strumento, quindi, e fine al tempo stesso.

Un lungo lavoro preparatorio e una struttura organizzativa complessa

Il lavoro di preparazione dura tutto l’anno e tiene conto delle precedenti edizioni della Festa. Si è trattato di un “processo complesso di conoscenze, relazioni, coprogettazioni, non esente da difficoltà e conflitti, che promuove, nel suo farsi, stimoli ed esperienze su un apprendimento di comunità alla mediazione, alla convivenza di differenze, ai processi democratici, alla coesione sociale (aspetti difficilissimi da perseguire, non solo in via Padova)”. Anche qui, lo vediamo, strumenti e finalità si intrecciano nel lavoro quotidiano. Dal punto di vista organizzativo si è arrivati a un “piano territoriale” che vede Via Padova divisa per Poli territoriali con autonomia progettuale, le decisioni si raggiungono attraverso l’Assemblea, il Gruppo di coordinamento, i Gruppi di lavoro. L’autonomia dei Poli è relativa, non autarchica, sempre funzionale alla valorizzazione della specificità dello spazio in cui i Poli si collocano e alla costruzione di progetti condivisi, in modo che la loro peculiarità risulti comunque connessa al progetto complessivo.
Chi ha svolto quest’opera preparatoria con passione ed estrema dedizione ricorda a tutti, cittadini e istituzioni, che il risultato “è una testimonianza di economia solidale nei confronti della cultura della città, grazie alla cooperazione offerta gratuitamente da professionisti, artisti, artigiani, singole/i cittadine/i, associazioni ed enti organizzati di vario tipo (e che andrebbe quantificata economicamente per avere un’idea precisa della sua portata: solo nel 2013 sono stati organizzati 120 eventi) e tutti gli eventi proposti nelle due giornate di festa sono a partecipazione libera, gratuita  e aperti a tutti.”
Anche qui un breve commento viene spontaneo. Mi sembra evidente che sia la lunga, faticosa ma fruttuosa preparazione, sia la realizzazione del progetto complessivo della Festa, mostrino le notevoli capacità di un volontariato civico, cioè cittadino, di generare ogni anno qualcosa di nuovo. La Festa è quindi un luogo e tempo di visibilità dei cambiamenti possibili nelle relazioni tra persone e gruppi; in quanto esperienza sociale e culturale non fine a se stessa, è laboratorio gratuito, aperto a tutti, per far mettere radici e sviluppare un futuro che veda anche altri e nuovi modi di incontro, confronto, convivenza. In particolare, quest’anno, la Festa si presenta come frutto di un cantiere di attività collaborative che l’Assemblea ha inteso orientare nella costruzione di una festa del “popolo della via Padova”. Sono certa che tutti, senza eccezioni, (abitanti di via Padova e non) avremo qualcosa da imparare vivendo la Festa e riflettendo su pensieri ed emozioni che da essa scaturiscano.

Che cosa succederà il 17 e il 18 maggio 2014 alla Festa?

Per un’informazione precisa e dettagliata occorre avere di fronte agli occhi la mappa degli eventi e quindi è utile collegarsi al sito www.meglioviapadova.it o visitare la pagina facebook Via Padova è meglio di Milano (comunità). I singoli eventi, ciascuno frutto, come già detto, di un lavoro di specifica e originale progettazione, pur in connessione con gli obiettivi generali della Festa, spaziano dallo sport al gioco, dalla salute alle arti visive-pittoriche-poetiche, dal teatro alla danza, dalla letteratura alla spiritualità, dalla gastronomia alla valorizzazione dei beni culturali e del territorio.
In che modo si potrà partecipare, viverne il significato, dare anche il proprio contributo? Le forme sono diverse e specifiche per ciascun tema: ci saranno laboratori, concerti, mostre, spettacoli teatrali, presentazione di libri, lettura di poesie, attività sportive, momenti ludici, incontri conviviali. Insomma tutti i nostri cinque sensi saranno chiamati in campo e fortemente sollecitati, e forse, perché no? anche un sesto senso, quello che dovrebbe aiutarci ad andare oltre a ciò che vediamo, udiamo, tocchiamo, odoriamo, gustiamo. Il senso che ci aiuta a percepire i meta-messaggi con i quali l’esperienza nel suo complesso intende raggiungerci come partecipanti/protagonisti della Festa, andando a toccare i nostri pensieri e le nostre emozioni, rafforzando convinzioni, suscitando domande. In ogni caso, l’Associazione e tutti coloro che hanno lavorato perché via Padova fosse “in Festa” il 17 e il 18 maggio di quest’anno, si augurano che ai partecipanti diventi via via più chiaro, forse proprio attraverso quel sesto senso di cui dicevo prima, l’obiettivo della costruzione di una “identità” nuova territoriale, e, per chi abita il territorio, di una comunità nuova di cui sentirsi parte. Via Padova “in Festa” vuole dire, attraverso la concretezza dei fatti, ancora una volta, e con più forza, la sua parola sulla specificità e sulla diversità di via Padova a Milano.

* Psicologa, formatrice, redattrice del mensile Prospettive Sociali e Sanitarie;

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