Storie di esenzioni

di Davide Pizzi*

 

Dal 1° aprile 2019 si rinnovano, come ogni anno, ai sensi del D.M. 11/12/2009, le esenzioni per motivi di reddito dal pagamento del ticket per le visite e gli esami specialistici, e per l’acquisto dei farmaci; mentre le esenzioni per motivi diversi dal reddito (patologia, invalidità, ecc.) continuano ad essere valide. Se si desidera perciò rinnovare le esenzioni per motivo di reddito, bisogna recarsi presso gli sportelli individuati da ogni Azienda Sanitaria Locale per autocertificare la situazione economica, ed ottenere il nuovo certificato di esenzione che sarà valido per un altro anno, fino al 31/3/2020.

I codici per le persone anziane

Sono molte le persone anziane che possono usufruire di uno o più, dei seguenti codici:

  1. Assistiti di età superiore a 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a € 36.151,98 (codice E01, esenzione per visite ed esami specialistici);
  2. Titolari di pensione sociale e loro familiari a carico (codice  E03, esenzione  per viste ed esami specialistici ed esenzione totale per l’acquisto di farmaci, che include anche l’esenzione per la quota fissa di 1 euro a ricetta per l’acquisto di farmaci);
  3. Titolari di pensioni al minimo di età superiore a 60 anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a € 8.263,31, incrementato fino a € 11.362,05 in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori € 516,46 per ogni figlio a carico (codice E04, esenzione  per viste ed esami specialistici ed esenzione totale per l’acquisto di farmaci, che include anche l’esenzione per la quota fissa di 1 euro a ricetta per l’acquisto di farmaci);
  4. Assistiti di età superiore a 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito annuo complessivo da € 18.000,01 fino a € 36.151,98 (codice E95, esenzione parziale per l’acquisto di farmaci, che non include l’esenzione per la quota fissa di 1 euro a ricetta per l’acquisto di farmaci).

Come ogni anno…

Con la sua delega, mi reco presso lo sportello della mia ASL a rinnovare l’esenzione alla mia anziana madre. Fortunatamente lei può contare sul mio aiuto, non solo per recarmi allo sportello, con le sue interminabili code, ma anche per la compilazione dei moduli, che per una persona non più giovane, sovente rappresentano un ostacolo burocratico. Mentre si è in coda in attesa del proprio turno, non è difficile trovare persone anziane che con molta difficoltà hanno dovuto raggiungere gli uffici del distretto sanitario; non è difficile trovare qualcuno di loro che chiede gentilmente, a chi è in coda come me, di dare un’ultima occhiata alla compilazione del modello, per vedere se è tutto a posto, o se è stato commesso qualche errore; e succede anche di ascoltare altre persone stanche di tanta burocrazia.

Alcune storie di buon vicinato

Per fortuna che esistono ancora delle relazioni di buon vicinato di casa, grazie alle quali, per esempio, due anziane signore, impossibilitate a recarsi agli uffici del distretto sanitario, hanno trovato la disponibilità del vicino a recarsi al posto loro su delega. Un’altra anziana signora invece ha beneficiato di un passaggio in auto per raggiungere la sede del distretto.

Riflessione finale

Premesso che le autocertificazioni, come da legge, possono essere sottoposte a dei controlli a campione, e che nella fattispecie, ogni beneficiario ha l’obbligo di comunicare durante il corso dell’anno un’eventuale incremento del proprio reddito che potrebbe interrompere gli effetti dell’esenzione, mi chiedo: non si potrebbe evitare di chiedere ogni anno la stessa autocertificazione a queste persone anziane, considerandola ancora valida l’ultima consegnata, fino ad eventuale e significativa variazione del reddito oltre i parametri stabiliti dalla legge? Inoltre, come potrebbe, per esempio, una persona pensionata media, ovvero, chi beneficia della sola pensione di reversibilità per i superstiti, o chi vive con l’assegno sociale (ex pensione sociale) incrementare il suo reddito ad una veneranda età? Potrebbe tornare a lavorare una persona ottuagenaria? Oltretutto, tanta pleonastica burocrazia comporta un dispendio di risorse umane, poiché l’afflusso consistente delle istanze impegna notevolmente il lavoro degli impiegati amministrativi in back e front office.

Mentre ero in fila (avendo parecchio tempo a disposizione) ho pensato se potesse esserci un modo per scremare l’arrivo di tante istanze, ed evitare inutili trafile alle persone anziane. Con un po’ di senso pratico e di volontà, i dirigenti dei servizi territoriali potrebbero, per esempio, mettersi d’accordo, e dispensare dal presentare l’istanza annuale, almeno a tutte quelle persone affette da invalidità certificata, o che sono in carico ai servizi sociosanitari, o che beneficiano di assegno sociale. Sono fermamente convinto che certe forme pedanti di burocrazia si possano superare solamente tramite uomini dotati d’empatia e di buon senso, e null’altro.

*Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Puglia, e curatore di un blog personale.

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