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Terapie Imperfette. Disagio psico-sociale e interdisciplinarietà

di Roberto Mazza*

immagineNessuno oggi può più separare genetica ed esperienza, psicopatologia e ambiente, tappe evolutive e prime esperienze di vita e condizioni familiari, perfino le classi sociali ritornano ad essere inserite a pieno titolo nella riflessione sulle cause del disagio psicosociale. Le storie e le esperienze dei nostri utenti e delle famiglie “multiproblema” all’interno dei servizi pubblici ce lo mostrano quotidianamente. Se questo è vero, tale visione “complessa” non può non applicarsi anche ai processi di “cura” e facilitare 
lo sviluppo di una dimensione sempre più multidisciplinare (riguardante l’intervento terapeutico, educativo, preventivo e socioassistenziale) in grado di contemplare e contemperare molte variabili, cosicché gli operatori possano condividere le ipotesi sulla genesi bio-psico-sociale della sofferenza e costruire un’alleanza capace di soddisfare alcuni dei criteri predittivi più importanti per l’efficacia dell’intervento: la costruzione di una relazione significativa tra gruppo curante e utente, l’accordo sulle possibili concause, la condivisione del trattamento e quindi la fiducia nell’efficacia di un processo terapeutico che sia insieme clinico, psicosociale e riabilitativo.

La dimensione del lavoro di gruppo nei servizi rende questo processo più produttivo, ma nello stesso tempo più impegnativo e critico, essendo anch’esso influenzato da dinamiche interne (sistemi di credenze, valori, emozioni) ed esterne (i modelli teorici, le linee istituzionali, le ideologie) che dovranno in qualche modo essere fatte interagire. Continua a leggere

Misurare il livello di autonomia con una tazzina di caffè!

di Davide Pizzi*

anziano che beve caffèSui libri di ricette per cucina la tazzina di caffè è indicata come uno strumento di misurazione. In ambito culinario quindi è usata correttamente, ma non è altrettanto possibile affermare la stessa cosa quando è impiegata per formulare una classica domanda che viene rivolta a chi si reca presso la commissione che ha il compito di accertare la percentuale d’invalidità di un cittadino. È in grado di preparare una tazzina di caffè? Spesso i medici INPS utilizzano questa domanda, talvolta accompagnata da altre simili, con lo scopo di accertare se il paziente seduto di fronte a loro, possiede ancora residue e sufficienti abilità, per essere in grado o meno di vivere il più autonomamente possibile. Il tutto in base a una semplice tazzina di caffè! Continua a leggere

“Cambia il mondo ma noi no…”

di Pierluigi Emesti*

DSC_0390_Iván_Melenchón_Serrano_MorgueFilePrendo a prestito la strofa di una canzone per sottolineare come sia difficile affrontare un cambiamento nella nostra vita; essere sempre uguali a sé stessi a volte è un pregio, ma nella maggior parte delle occasioni ci prende la mano e da esempio di coerenza e fedeltà diventa una sorta di gabbia mentale. Continua a leggere