S.Pe.Gi.M: uno strumento di rappresentazione grafica dei percorsi giuridici minorili

di Irene Calzolari*; Carlo Foddis, Daniela Sartori; Lucio Silingardi; Maria Sapienza, Giulia Gemelli.

Alcune note introduttive

Dopo anni di lavoro nell’ambito dei Servizi di Tutela Minori, ci siamo resi conto di non avere a disposizione strumenti utili ad accompagnare i nostri piccoli utenti nella costruzione di una “narrazione su misura”, rispetto alle situazioni caotiche e variegate che quotidianamente ci troviamo ad affrontare insieme. Rispetto ai diversi percorsi giuridici il bambino si ritrova contemporaneamente a dover gestire i vissuti dolorosi passati e le esperienze ansiogene attuali, senza avere la giusta chiave interpretativa per poterle affrontare consapevolmente in maniera adeguata.

Abbiamo pensato, quindi, di partire dal loro “punto di vista” per capirne i dubbi, le incertezze e le paure emergenti, trasformandole in snodi tematici essenziali di un itinerario narrativo utile a farli riflettere sulle varie tappe del percorso di presa in carico e rispetto all’evolversi delle loro storie di vita.

È necessario dunque che i professionisti che compongono l’equipe di tutela e quelli che appartengono alla rete più ampia dei Servizi assistano e supportino il bambino nella creazione di rappresentazioni adeguate e quanto più veritiere della realtà in essere. Per svolgere questa funzione fondamentale di accompagnamento del minore, lo “S.Pe.Gi.M.” (Storie dei Percorsi Giuridici Minorili) ha rappresentato per noi uno strumento duttile e flessibile, capace di aiutare le diverse figure professionali nello svolgimento delle loro funzioni.

Descrizione dello strumento

Lo S.Pe.Gi.M. è composto da un totale di 33 tavole illustrate, ordinabili in diverse configurazioni, modificabili e selezionabili in base alle esigenze dell’operatore. Ogni tavola che compone lo strumento è numerata e rappresenta una particolare fase del percorso giuridico con il servizio di tutela minori, vissuta dal punto di vista di una bambina: Pepita. La proposta grafica sequenziale funge da terreno comune e ideale alla spiegazione dei vari percorsi giuridici che il minore sarà chiamato ad affrontare, insieme alle altre figure che lo affiancheranno, durante la presa in carico. La storia viene raccontata dalla protagonista stessa, che parla e descrive ogni situazione dal punto di vista e con il linguaggio tipici di un bambino. Le regole narrative, nel complesso, risultano mutuate in larga parte dall’ambito del fumetto, con il quale tale strumento condivide immediatezza di lettura e modalità formali di sviluppo della storia. La struttura narrativa è organizzata secondo un percorso con differenti ramificazioni, in base a scenari e scelte possibili da parte dei personaggi, utile a render conto del livello di complessità e articolazione caratteristici dei percorsi giuridici minorili. Il tratto grafico appare semplice, con disegni ben caratterizzati e privi di dettagli superflui. La colorazione di ciascuna tavola alterna aree lasciate intenzionalmente bianche a zone, personaggi e dettagli significativi evidenziati dalla colorazione. I personaggi che abitano la storia, inoltre, hanno nomi che richiamano tipi di frutta e verdura per alleggerire la narrazione e favorirne l’interesse nel bambino.

Nelle prime tavole, Pepita mostra ai lettori la situazione familiare in cui si trovava prima di iniziare il percorso con i servizi, caratterizzata da negligenza, trascuratezza e altre criticità o problematiche tipiche delle famiglie con cui si interfacciano normalmente i servizi sociali. Il racconto prosegue rappresentando alcune delle tappe e tematiche fondamentali di queste vicende, come la segnalazione ai servizi da parte di insegnanti preoccupati, i primi contatti tra assistenti sociali e famiglia d’origine e il ruolo svolto dal Tribunale. Queste tappe emblematiche della storia confluiranno nei tre principali itinerari proposti dallo strumento: affido sine die, ritorno in famiglia o adozione. Lo S.Pe.Gi.M. inscenerà una rappresentazione semplice e realistica delle principali vicende che caratterizzano  ognuno di questi percorsi.

Ogni tavola è stata pensata e disegnata con l’obiettivo di raffigurare, nel modo più facile e immediato possibile, la situazione stimolo o il contenuto che si vuole presentare al bambino, tra colori a pastello e forme piacevoli.

Indicazioni su sommnistrazione e corretto utilizzo

Lo S.Pe.Gi.M. si presenta nella sua configurazione normale come una storia lineare, pensata e realizzata graficamente per essere compresa e assimilata senza difficoltà dal bambino, a partire dai 4 fino ai 10 anni d’età, grazie ad un linguaggio semplice e fanciullesco, in grado di narrare pienamente le vicende proposte  nei disegni delle varie tavole da un punto di vista soggettivo, in prima persona e con modalità e ambienti familiari al bambino che legge o ascolta.

La duttilità dello strumento risulta evidente nel fatto che può essere utilizzato, con differenti funzioni e obiettivi, dalle varie figure professionali che costituiscono l’equipe psico-sociale presente nei Servizi di tutela territoriali. Le modalità di somministrazione standard messe a punto prevedono un luogo tranquillo e dotato di sufficienti comfort, in modo da poter favorire l’adeguato sviluppo del percorso narrativo proposto. Lo S.Pe.Gi.M prevede due consegne in base all’età del bambino.

Nella consegna convenzionale (dai 6 ai 10 anni), si avvia il compito proponendo al bambino le seguenti istruzioni:

Ora vedremo insieme dei disegni che raccontano la storia di due bambini che hanno vissuto situazioni vicine a quelle che hai vissuto tu. Vorrei che seguissi con attenzione il racconto, sentendoti libero di fare domande e modificare i disegni con cose che mancano o che vorresti aggiungere. Questa è la prima tavola: ti presento Pepita.

Per bambini più piccoli, dai 4 ai 6 anni, si può invece proporre una consegna di questo tipo:

Immagina che nella tua classe sia arrivata una bambina nuova: Pepita. Con dei disegni, Pepita vuole parlarti della sua storia e sapere cosa ne pensi. Sentiti libero di modificare e colorare i disegni aggiungendo cose che secondo te potrebbero mancare. Se ti viene qualche domanda sulla storia o su Pepita, dimmela tranquillamente e cercherò di risponderti. Questo è il primo disegno: ti presento Pepita.

Non è necessario presentare tutte le tavole nel medesimo incontro, ma la somministrazione può essere suddivisa e proposta in momenti differenti, anche lungo un arco temporale di settimane o mesi, a seconda degli snodi narrativi necessari a rendere rappresentabile al bambino la propria esperienza, in funzione del susseguirsi delle vicende reali.

Si potrebbe così pensare allo S.Pe.Gi.M. come ad un terreno comune ad operatori e fanciulli, uno spazio narrativo condiviso e prossimo al modo di esperire del bambino.

La nostra esperienza

Nel nostro lavoro quotidiano presso il Servizio lo strumento proposto ha avuto un utilizzo molto ampio e diversificato, integrandosi e fornendo un utile supporto nel raccontare ai bambini le evoluzioni giuridiche delle loro situazioni di presa in carico. In particolare lo S.Pe.Gi.M ha avuto un fecondo utilizzo, dal nostro punto di vista, nelle fasi di passaggio fra differenti contesti giuridici, per esempio l’arrivo di un nuovo provvedimento dell’Autorità Giudiziaria minorile che propone il collocamento extra-familiare o la sospensione della responsabilità genitoriale, con apertura della verifica dello stato di abbandono del minore.

Consci che diverse tra le situazioni in carico non avrebbero contemplato il canonico “lieto fine”, con ritorno presso la famiglia d’origine, abbiamo reputato opportuno immaginare la costruzione di uno strumento grafico agile in grado di prevedere tutti i possibili scenari che via via potevano palesarsi alla famiglia ed al minore durante il percorso giuridico. Questo aspetto ha consentito a noi operatori di salvaguardare, in situazioni giuridiche anche molto complesse, aspetti di trasparenza e realismo nelle comunicazioni: il caso più significativo è stata la somministrazione delle tavole (percorso affido sine-die fascia di età 0-6) a due sorelline uterine, figlie di una madre con disturbo di personalità di tipo borderline, a sua volta figlia adottiva, e di padri non rappresentanti un’effettiva risorsa ne dal punto di vista economico ne affettivo-relazionale. Le minori sono state coattivamente collocate, in tenera età, nel medesimo contesto extra-familiare e, con il passare degli anni, la madre ed i padri non sono stati in grado di rispondere ai bisogni di comprensione della storia d’origine ed alle domande via via più esplicite ed incalzanti avanzate dalle figlie, nonostante i tentativi psico-educativi responsabilizzanti la genitorialità da parte degli operatori. La ricerca di figure che fossero per le bambine “significative”, ovvero depositarie di valore affettivo, ha individuato tali risorse nei nonni materni adottivi, anch’essi intimamente angosciati dalla consapevolezza dei difficili compiti a cui le nipoti, prima o poi, li avrebbero richiamati, ovvero la conoscenza di una verità quanto più narrabile possibile.

In questo specifico caso, l’incontro di narrazione dello S.pe.gi.m, è stato condotto dall’Assistente Sociale e dall’Educatore Professionale, con la partecipazione attiva dei nonni, ed ha avuto luogo nella stanza degli incontri protetti, ambiente dotato di specchio unidirezionale e filodiffusione dell’audio, utile a consentire una presenza silente anche dei genitori affidatari, supportati dallo Psicologo referente per il sostegno all’affido ed alla genitorialità. Nell’organizzare tale setting, obiettivo condiviso è stato quello di consentire alla coppia affidataria di poter accogliere e comprendere meglio le possibili richieste, riflessioni e feed-back delle bimbine nel periodo seguente l’incontro. Le minori hanno mostrato un intenso livello di attenzione, lasciando spazio a qualche piccola domanda a fine narrazione; ogni bambina è rientrata in famiglia affidataria con una copia dello strumento e a questi genitori è stato chiesto di osservarne l’uso nel corso delle settimane successive. Le sorelline lo hanno inizialmente mostrato alle varie figure significative della famiglia affidataria, leggendolo e narrandolo nuovamente per poi passare, successivamente, a chiederne una condivisione attiva anche alle maestre di scuola ed alle educatrici del tempo libero e dilettandosi in più step a colorarne le parti in bianco. Qualche mese dopo si è registrata una minor frequenza di utilizzo delle tavole, mentre a distanza di oltre un anno le minori, seppur con caratteristiche individualizzate e modalità differenziate, mostrano di avere acquisito una più definita consapevolezza circa gli eventi salienti che le hanno viste, così come Pepita, protagoniste di una difficile storia familiare.

Lo strumento che abbiamo cercato di delineare, nella sua composizione e per gli ambiti di applicazione, si propone, dunque, funzioni prevalentemente supportive all’attività quotidiana degli operatori dei Servizi territoriali. In tal senso non presenta evidenti finalità diagnostiche, se non quelle di offrire all’operatore interessanti indicazioni su conoscenze e possibili rappresentazioni che i minori hanno rispetto alla realtà del percorso giuridico che stanno affrontando.

Scarica tutte le tavole da questo link

*Assistente Sociale Servizio Sociale Minori Unione Comuni Modenesi Area Nord; **Psicologi, Psicoterapeuti Azienda Usl di Modena; ***Psicologo; **** Operatrici Servizio Civile presso Servizio Sociale Minori Unione Comuni Modenesi Area Nord

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