Una rete sociale per combattere il Covid-19

di Alice Scabiosi* e Simone Fabiano**

Lodi Vecchio è un Comune di 7.600 abitanti in provincia di Lodi. Per tradizione e storia, i suoi cittadini costituiscono una comunità solidale: lo dimostra l’importante presenza di associazioni di volontariato che operano nei più svariati settori (dall’ecologia all’assistenza sanitaria, dalla cultura allo sport, dalla cura del patrimonio archeologico all’aggregazione giovanile) e la loro stretta collaborazione con il Comune e la Parrocchia.

I servizi sociali hanno sempre svolto un ruolo preminente all’interno degli interventi che, nel corso degli anni, le varie amministrazioni comunali hanno attuato. L’attenzione e la cura delle fragilità sociali hanno rappresentato una sorta di filo rosso che ha connotato le politiche sociali delle amministrazioni nel corso dei vari decenni.  Tuttavia, benché il monitoraggio e il sostegno delle povertà sociali fossero ben strutturati e verificati, Covid-19 ha imposto un rinnovamento dell’assetto dei servizi pubblici, stravolgendo modalità di lavoro collaudate negli anni, e, allo stesso tempo, offrendo la spinta per la creazione di nuove forme di risposta al bisogno.

Punto nevralgico di tale intervento è stato la costituzione del Centro Operativo Comunale (COC). Esso ha consentito la strutturazione di un unico punto di accesso per i cittadini bisognosi, nonché il coordinamento dei numerosi volontari di Protezione Civile. Il COC vedeva rappresentati diversi attori che hanno giocato un ruolo chiave nella gestione dell’emergenza: rappresentanti della giunta esecutiva, membri della Protezione Civile, delle forze dell’ordine e operatori dei servizi sociali. Mai come in questa occasione è stato essenziale il ruolo ed il contributo del Servizio Sociale: all’interno di tale organismo gli assistenti sociali hanno potuto svolgere un ruolo di regia dell’intero dell’intervento. Occorre riconoscere che la sinergia che si è instaurata tra il COC e il Servizio Sociale ha consentito il potenziamento di alcuni servizi già esistenti e, al contempo, la creazione di nuovi.

 

Il Servizio sociale comunale è stato riorganizzato al fine di fornire risposte efficaci e tempestive alla popolazione, incrementando l’organico e adeguando l’erogazione del servizio in relazione alla necessità di ridurre gli spostamenti dei cittadini. Dall’inizio dell’emergenza Covid-19, grazie al contributo rilevante dei volontari di Protezione Civile e alla collaborazione dell’Azienda Speciale Consortile del Lodigiano per i Servizi alla Persona, sono stati garantiti gli interventi che hanno tentato di intercettare diverse tipologie di bisogno.

Il primo e più rilevante intervento è stato teso a rendere i servizi maggiormente accessibili e disponibili verso i cittadini, soprattutto quelli maggiormente in difficoltà. Il segretariato sociale telefonico quotidiano ha facilitato l’accesso dei cittadini ai servizi comunali ed il numero di telefono dell’assistente sociale è stato pubblicizzato sia attraverso i canali istituzionali sia sui social media. Tale servizio era volto a fornire informazioni di pubblica utilità, concernenti le disposizioni di legge, le strutture assistenziali disponibili, le procedure previste per l’emergenza e, in generale, ogni tipo di informazione utile per la cittadinanza. Tale contatto, tra servizi e pubblico, ha al contempo permesso un monitoraggio dei bisogni ed una verifica delle situazioni già note e potenzialmente più fragili. Tale canale di accesso ai servizi era già attivo prima dell’emergenza sanitaria attraverso uno sportello di consulenza gestito dell’assistente sociale, durante le due aperture al pubblico settimanali; durante la fase emergenziale i contatti (prevalentemente telefonici) si sono incrementati notevolmente e le ore dedicate all’ascolto e all’intervento sono aumentate circa del 450%. Accanto al servizio di segretariato sociale, al fine di offrire un supporto psicologico telefonico ai soggetti fragili, è stato attivato il progetto “Nessuno è solo”. Questo progetto è stato erogato dall’Azienda Consortile Servizi Intercomunali tramite psicologi specializzati nel supporto alla solitudine e al superamento del lutto. L’accesso a questo servizio è stato garantito dalla segnalazione diretta degli assistenti sociali agli psicologi, i quali, loro volta, avrebbero preso contatto con il cittadino bisognoso di assistenza. Questo servizio è  stato utilizzato da famiglie, da anziani ma anche da minori.

Dopo il potenziamento della capacità di ascolto e monitoraggi, il secondo fronte di intervento è stato quello volto a permettere una immediata presa in carico – anche in giorni festivi – di situazioni di fragilità precedentemente non note al servizio, ma indebolite dal contesto pandemico. Questa attenzione è stata resa possibile grazie alla rete di contatti e di referenti che nel tempo i servizi hanno saputo costruire sul territorio. Un ruolo decisivo è stato svolto dai medici di medicina generale la cui collaborazione, in questo tempo di emergenza sanitaria, si è rivelato decisivo non solo per la tutela della salute ma anche per le conseguenze sociali che tale pandemia ha generato. Va, infatti, considerato quanto l’emergenza sanitaria avesse intaccato quelle le reti sociali, che, in un contesto ordinario, non avrebbero necessitato di un supporto specifico.

Un altro capitolo decisivo è stato quello concernente l’erogazione di servizi e contributi a coloro che si trovavano in particolare situazione di bisogno. In questo ambito la consegna a domicilio di pasti caldi gratuiti ha permesso di tutelare le fasce della popolazione maggiormente esposte dalla condizione di lockdown. Allo stesso scopo è stata organizzata la consegna al domicilio di pacchi alimentari, rivolta sia a persone o famiglie già note al Servizio Sociale e alla Caritas, sia a nuove situazioni di fragilità emerse in seguito al Covid-19. Ad oggi la fornitura di pacchi alimentari è aumentata del 300%. A questi interventi vanno aggiunti la compartecipazione alle spese per l’acquisto di farmaci da parte dei soggetti fragili e l’erogazione (previa valutazione dell’assistente sociale), di altri contributi economici. Sono state distribuite somme per l’acquisto di pannolini e alimenti per l’infanzia, di prodotti alimentari per persone allergiche e di generi di prima necessità non inclusi nei pacchi alimentari. Questo servizio è stato creato ex-novo, al fine di rispondere alle esigenze inedite legate al Covid-19. Infine, sempre nell’ambito del sostegno diretto alla marginalità, è stato stanziato un contributo per il pagamento dell’affitto, destinato a persone con situazioni di morosità nel pagamento dei canoni di locazione riconducibili al Covid-19.

Un ulteriore fronte di attenzione è stato attivato verso le persone disabili che frequentano i centri diurni o che beneficiano del servizio di assistenza scolastica. Al fine di garantire una continuità dell’assistenza e delle relazioni di cura in atto, sono state definite con gli enti gestori molteplici modalità di intervento. Tali attenzioni sono state declinate in funzione dei diversi bisogni delle persone e delle loro risorse, valutando l’età (propria e dei genitori), le competenze informatiche, le patologie preesistenti, ecc., Questo intervento ha permesso di garantire una cura a distanza di questa particolare fascia di utenza.

Ad integrazione di questa gamma di interventi strutturati, il Centro Operativo Comunale, reperibile telefonicamente ogni giorno della settimana, ha poi erogato vari servizi “estemporanei” in risposta a bisogni più immediati, quali la consegna della spesa, dei farmaci e delle mascherine a domicilio, l’accompagnamento di anziani presso l’Ospedale di Lodi per i prelievi del sangue, il trasporto di persone fragili per differenti necessità,  la raccolta e distribuzione, alle famiglie degli alunni, dei libri di testo, rimasti nelle aule della scuola primaria.

Una esperienza che merita una particolare considerazione, proprio a testimoniare la stretta collaborazione tra ente pubblico, istituzioni religiose e volontariato sociale, è stata la predisposizione e distribuzione dei pacchi alimentari. L’approvvigionamento dei diversi alimenti utili per la costituzione dei pacchi è stato effettuato dall’amministrazione comunale: accedendo a donazione di singoli o aziende, al cibo reso disponibile dalla piattaforma “Centro di Raccolta Solidale” o acquistandone direttamente dai fornitori locali, l’ente pubblico si è fatto carico del reperimento degli alimenti necessari. Quanto così raccolto è stato successivamente consegnato agli operatori della Caritas parrocchiale affinché, sulla base delle diverse esigenze familiari e personali, potessero predisporre pacchi contenenti una razione di cibo adeguata. A questo punto il “testimone” veniva passato ai volontari della Protezione Civile che, in base alla segnalazione dei servizi sociali e della Caritas stessa, consegnavano i beni a domicilio.

Un altro esempio di cooperazione è invece quella che ha coinvolto il Centro Operativo Comunale e le due farmacie presenti sul territorio: i volontari di Protezione Civile, organizzati in squadre e gestiti dal COC, si sono occupati della consegna a domicilio dei farmaci che venivano richiesti direttamente dai cittadini alle farmacie. Questo servizio era teso a limitare l’accesso diretto delle persone più anziane o malate nei locali delle farmacie locali. L’ Assessorato ai Servizi Social nel contempo ha deciso di contribuire all’acquisto di farmaci per tutti i cittadini con ISEE inferiore ai 6.000€. Questo è stato reso possibile grazie ad una collaborazione diretta tra ente pubblico e farmacie presenti sul territorio.

Anche la consegna delle mascherine chirurgiche ha rappresentato un’occasione preziosa di collaborazione. La dotazione di mascherine, assegnate dalla regione Lombardia alla comunità locale di Lodi Vecchio sono state consegnate, casa per casa, nel giro di pochissime giornate grazie all’intervento dei giovani della Protezione Civile, che, con impegno e dedizione, le hanno distribuite anche nelle giornate festive.

 

Conclusioni

Nel periodo di pandemia, la comunità di Lodi Vecchio ha dimostrato una straordinaria vitalità del proprio tessuto sociale, reso sempre più coeso da una rete di volontariato che potenzia ed arricchisce le forme di supporto e di assistenza garantite dai servizi sociali. Pare qui trovare un singolare riscontro il noto teorema di Quarantelli.

Il ricercatore americano analizzò le più grandi catastrofi mondiali arrivando a sostenere che gli eventi catastrofici sanno attivare il meglio di una popolazione: quando si affronta una calamità collettiva emergono spinte di solidarietà, di cura reciproca, di condivisione e di attenzione che in precedenza non si erano manifestate. La teoria giunge addirittura ad istituire una relazione esplicita: più grave è la situazione, migliori diventano le persone.

Non è noto se il teorema di Quarantelli possieda qualche fondamento antropologico o sociologico, tuttavia esso si applica alla perfezione alla piccola città di Lodi Vecchio.

 

Bibliografia

Direzione Generale per la Lotta alla povertà e per la programmazione sociale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, pp. 132, I Servizi sociali al tempo del Coronavirus

Quarantelli E. L.,” Disastri”,   Enciclopedia Italiana delle Scienze Sociali, vol. III,  pp. 140-150, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 1993.

 

*Assistente Sociale; **Assessore alle Politiche Sociali, Sanità e Protezione Civile Comune di Lodi Vecchio.

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