di Sergio Pasquinelli*
Un bello scossone: è forse quello che ci vuole per portare il welfare sociale, quello dei bisogni della gente, di chi soffre ed è isolato, di chi ha bisogno di un aiuto non estemporaneo, nel discorso pubblico. Intendiamoci, non uno scossone di quel tipo a cui siamo tristemente abituati: un fatto di cronaca. Ma qualcosa che dia il segno di una svolta.
La realtà dei servizi sociali continua a essere segnata, prima ancora che dalla riduzione di risorse, da un’attenzione pubblica storicamente debole, da una esposizione e una visibilità molto intermittenti e mediamente assai bassi. Il sociale, quello delle garanzie e dei diritti che valgono per tutti sull’intero territorio nazionale, è oggi povero di parole, di spazi, di elaborazione. Continua a leggere