di Chiara Biraghi*
Ogni giorno, noi operatori sociali, incontriamo e ci scontriamo con realtà e mondi diversi.
Non sempre abbiamo il permesso di entrare, ma non appena entriamo in contatto, i sensi si allertano, la nostra attenzione viene catalizzata, siamo più ricettivi e, talvolta, ci facciamo (anche) coinvolgere.
A fine giornata, però, chiusa la porta del nostro ufficio, dovremmo essere in grado di lasciare nei cassetti e negli archivi quei mondi, ma quando non ci riusciamo? Cosa possiamo fare?
Ho avuto modo di rifletterci in questi giorni e sono giunta alla conclusione che dovremmo trarne insegnamento.