Sessualità negli Istituti penali per i minorenni

di Maria Tindara Naro*

Il tema della sessualità negli Istituti Penali Minorili è apparso, fin da subito, di difficile approfondimento a causa della scarsa presenza di documentazione in merito, a riprova del fatto che dell’argomento se ne parla molto poco.

Tale materia è, in gran parte, rimossa nel sistema penitenziario minorile italiano ed è importante che se ne parli per affrontare il disagio e superare tabù; appare opportuna una valutazione da parte degli esperti della materia penitenziaria ed un’attenta riconsiderazione del tema contro il silenzio della legge.

Tutto ciò che riguarda la sessualità in una istituzione chiusa si amplifica quando si parla di adolescenza che rappresenta un periodo di importanti cambiamenti fisici, psicologici, affettivi e relazionali. La maggior parte dei ragazzi sottoposti a detenzione negli Istituti Penali Minorili, inoltre, ha già raggiunto la maggiore età e tra loro, soprattutto tra la popolazione nomade, vi sono dei giovani genitori.

Analisi della realtà

La detenzione si caratterizza non solo come privazione della libertà ma va molto oltre, implicando norme, strutture, sistemi di vita in situazioni differenti rispetto alla normalità dei rapporti umani liberi. In carcere il tempo si dilata, gli spazi si restringono, prevarica la solitudine, l’emarginazione e si subiscono gravi alterazioni in merito soprattutto alla vista, al linguaggio, al movimento, al sesso. L’attività sessuale nell’uomo rappresenta un ciclo organico che non è possibile interrompere senza determinare nel soggetto dei traumi sia fisici che psichici. Il sistema detentivo deve essere in grado di restituire alla società uomini e donne non degradati nella loro dignità. In generale, l’offerta di salute da parte delle istituzioni è proiettata alla diagnosi e alla terapia piuttosto che alla prevenzione. Decisiva per minori e giovani è l’informazione sanitaria relativa alla trasmissione di malattie infettive, sessualità, contraccezione.

Diritto alla sessualità

Al detenuto va riconosciuto il diritto alla salute psico-fisica di cui la sessualità è parte integrante per uno sviluppo armonico dell’uomo; tutto ciò assume maggiore rilevanza se si guarda alla personalità in evoluzione dell’adolescente. La vita sessuale ed affettiva è un valore costitutivo della dignità di ognuno e si pone tra le componenti fondamentali della persona. La sessualità è definita, concordemente alla definizione Organizzazione Mondiale della Sanità (2002), nel modo seguente:

  • E’ una parte naturale dello sviluppo umano in ogni fase della vita ed include componenti fisiche, psicologiche e sociali.
  • E’ un aspetto centrale dell’essere umano lungo tutto l’arco della vita e comprende il sesso, le identità e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione.
  • Viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni.
  • E’ influenzata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali.

I “diritti sessuali” comprendono il diritto all’informazione e all’educazione, sono parte integrante dei diritti umani e riconosciuti  da leggi nazionali, dalle carte internazionali e da altre dichiarazioni di consenso,

Sessualità in Adolescenza

Come detto in premessa tutto ciò che riguarda la sessualità in una istituzione chiusa si amplifica quando si parla di adolescenza. In questa fase di vita ci si scopre a pensare a se stessi come non si era mai fatto prima. Ci si interroga sui cambiamenti, si ha l’impressione di vedere il mondo e le persone che ci circondano con occhi nuovi.

Il comportamento sessuale in adolescenza svolge delle funzioni anche a livello non sessuale, serve da rassicurazione della propria identità, rappresenta una modalità di affermazione nella relazione con gli altri e, a livello individuale, viene vissuto come una modalità per diminuire la solitudine o gli stati d’ansia. Un’esperienza importante durante l’adolescenza è l’innamoramento, momento di passaggio dagli amori intrafamiliari a quelli extrafamiliari, vissuto frequentemente come esperienza totalizzante. Per comprendere questo fenomeno va tenuta in considerazione la tendenza adolescenziale all’onnipotenza, in particolare l’incolumità onnipotente che è strettamente legata al concetto di percezione del rischio, il quale non viene considerato elevato nei termini di rischio personale.

Fattori che possono influenzare il comportamento sessuale degli adolescenti

Oltre ai fattori biologici, sui comportamenti sessuali degli adolescenti pesano vari altri fattori quali:

  • L’influenza della cultura dominante: all’interno di molte società, per motivi storici, culturali o di tradizione religiosa, alcune delle attività sessuali umane sono definite come inappropriate, prima fra tutte l’omosessualità, ma anche la masturbazione, il sesso orale e quello prematrimoniale, l’adulterio, sono state spesso etichettate come immorali  o illegali e perseguite e condannate dalla legge (religiosa e/o civile).
  • L’influenza delle norme giuridiche: un adolescente può agire come soggetto di attività sessuale, o essere sottoposto ad atti sessuali da parte di altri adolescenti o adulti: alcune di queste attività sono vietate in gran parte dei paesi del mondo. Altre pratiche sessuali vengono limitate o completamente vietate dalla legge vigente.
  • L’influenza delle norme sociali: il comportamento sessuale delle persone, almeno in parte, è diretto da norme sociali prodotte dalla cultura dominante; queste possono variare ampiamente da luogo a luogo. Le norme sociali definiscono sia la morale (quello che si può e quello che non si può fare) sia le regole riguardanti l’espressione della sessualità.
  • L’influenza dei mass media: i moderni mezzi di comunicazione di massa contengono molti più messaggi sessuali che in passato ma raramente si affrontano le conseguenze negative che possono portare comportamenti sessuali a rischio o vengono fornite corrette informazioni in materia di salute e prevenzione.

Ipotesi operative

A partire da una prima riflessione sul tema è emersa la necessità di individuare alcune ipotesi operative per iniziare a colmare il vuoto progettuale in relazione al tema della sessualità. Tra queste:

  • Prevenzione attraverso un percorso di educazione sessuale che garantisca l’apprendimento degli aspetti cognitivi, emotivi, sociali, relazionali e fisici della sessualità con l’ausilio di un sistema di informazioni mediche ed educative.
  • Gruppi di lavoro con minori e giovani adulti reclusi a partire dalla condivisione di momenti e di storie di vita che consentono di entrare in contatto con la loro realtà e comprendere le modalità di comunicazione adeguate alla storia, cultura, ideologia, nel pieno rispetto di ognuno.
  • Coinvolgimento di enti istituzionali, associazioni e cooperative sociali  che si occupano, a vario titolo, di adolescenti, di interculturalità, di educazione sessuale.
  • Formazione degli operatori sociali e del personale di Polizia Penitenziaria adeguata alle esigenze di personalità in crescita, attraverso l’acquisizione di strumenti di comunicazione idonei ad evitare imbarazzo, vergogna e chiusura e attenta alle caratteristiche di minori e giovani di diversa provenienza sociale, culturale, etnica.
  • Lavoro di equipe che coinvolge diverse figure professionali (operatori sociali, medici, psicologi, insegnanti, agenti e mediatori culturali) che devono mettere a disposizione le singole competenze in maniera integrata ed imparare utilizzare un linguaggio comune.
  • Produzione di documentazione per un’informazione semplice ed immediata.

Conclusioni

L’interesse verso questo argomento nasce dalla necessità di comprendere quali strategie attivare per superare l’indifferenza e la rimozione; allo stesso tempo appare opportuno individuare metodi di lavoro che possano fornire agli operatori strumenti adeguati per sostenere i minori/giovani adulti nel percorso di crescita sereno e consapevole, nonostante la condizione di reclusione.

Nonostante i tentativi effettuati e le leggi emanate, ancora oggi, nel nostro Paese continua a mancare una legge specifica che regoli l’educazione sessuale e, da quanto emerso da una prima fase esplorativa, sembrano non esistere risposte concrete ed efficaci in sede operativa sul tema della sessualità negli Istituti Penali Minorili.

Appare importante soffermarsi a riflettere su un aspetto così significativo dell’istituzione carceraria nella prospettiva di una detenzione più civile ed umana; tutto ciò anche al fine di trarre un modello di intervento che possa essere recepito ed utilizzato nel percorso di crescita di adolescenti reclusi per poter garantire uno sviluppo armonico della loro personalità in evoluzione.

 

Bibliografia

Legislazione

  • Convenzione Internazione sui diritti del fanciullo (ONU 1989).
  • Legge n. 375/75 – Ordinamento Penitenziario.
  • DPR 448/88 – Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni.

Testi

  • Salvatore Capodieci, Leonardo Boccadoro,  Fondamenti di sessuologia, Libreriauniversitaria.it, 2012
  • Luigi Manconi, Stefano Anastasia, Valentina Calderone, Federico Resta, Abolire il carcere, Chiarelettere.it, 2015
  • Calvanese, La reazione sociale alla devianza: adolescenza tra droga e sessualità, immigrazione e giustizialismo, Franco Angeli, Milano 2005.
  • Alfio Maggiolini, Elena Riva, Adolescenti trasgressivi: le azioni devianti e le risposte degli adulti, Franco Angeli, Milano 1999.
  • Silvia Bonin, Il fascino del rischio negli adolescenti, Giunti Editore, Firenze, 2005.
  • Peter Blos, L’adolescenza come fase di transizione. Aspetti e problemi del suo sviluppo, Armando Editore, Roma, 1993
  • Paola Marmocchi, Nuove generazioni. Genere, sessualità e rischio tra gli adolescenti di origine straniera, Franco Angeli, MIlano, 2012.

 

*Assistente sociale, Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Torino.

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