Youngle ovvero giovani che ascoltano giovani … in rete

Marchio di proprietà del Comune di Firenze/Regione Toscana/Ministero della Salute/Centro Nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM).

 

di Daniele Venturini*, Stefano Alemanno**, Fabio Stefano Santini***

 

Alcune premesse introduttive: il progetto Youngle, network nazionale

Il progetto nazionale “Youngle – Social Net Skills” è nato nel 2011 su finanziamento del Ministero della Salute (CCM: Centro per la prevenzione e il Controllo delle Malattie). Si tratta del primo servizio ad accesso pubblico (nazionale) di ascolto attraverso il web, rivolto a giovani e gestito da giovani con il supporto di psicologi, educatori, assistenti sociali ed esperti di comunicazione.

L’idea progettuale alla base del servizio è quella di rinforzare i fattori protettivi individuali nei giovani in modo che questi sviluppino una maggiore resistenza all’influenza negativa di alcuni modelli che investono la loro generazione o che provengono dalla società, affinché vi possa essere uno sviluppo di consapevolezza di sé, una tendenza all’autoprotezione ed al mantenimento del benessere psicofisico.

Questo approccio risalta le strategie di azione centrate sull’empowerment, lo sviluppo delle competenze e abilità di cui il target è portatore. Per lavorare su tale generatività ci si avvale della peer education, come approccio che facilita le giovani generazioni nel proteggersi dai rischi evolutivi su temi importanti come l’affettività, la comunicazione, le relazioni, la sessualità, gli stili di vita, l’uso di sostanze e le realtà virtuali. All’interno della peer education, Youngle impiega l’uso strategico dei media come strumento di contattabilità prevalente, coinvolge il mondo della scuola come contesto principale di intercettazione del target e reclutamento dei peer (scuole superiori), lavora in rete con il sistema dei servizi, coltiva una comunicazione che possa essere efficace.

Tale progetto nazionale, nella sua diramazione locale, svolge un servizio di ascolto online tramite le chat (obiettivo primario), gestito da ragazzi (maggiorenni) e rivolto a giovani di età compresa tra i 14 e i 25 anni. Il progetto inoltre realizza percorsi di formazione permanente (obiettivo secondario) rivolto ai volontari peer allo scopo di far acquisire le competenze tecniche necessarie alla comunicazione online in sincrono. Il progetto ha coinvolto inizialmente cinque Regioni (capofila Toscana), con l’apertura di sette centri (2011). Da allora il progetto (menzionato poi nel biennio 2014/2016 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come buona pratica per la prevenzione del rischio suicidario e della depressione nei giovani) si è diffuso come progettualità attiva in tutto il territorio nazionale.

Oggi Youngle nella sua diramazione capillare è entrato a far parte dello studio pilota dell’Istituto Superiore di Sanità con il primo censimento per la rilevazione delle risorse territoriali per le problematiche legate all’uso di internet (web disorder).

Cosa fa Youngle

Ogni centro Youngle provinciale è in network con gli altri centri regionali. Ogni centro è composto da almeno 10 peer che gestiscono una chat aperta secondo un calendario settimanale e realizzata all’interno di un’applicazione (app) proprietaria del progetto e ospitata – per la necessaria protezione di tutti i dati sensibili – dal server della Regione Emilia Romagna, partner del progetto. Oltre a tale calendario, vi sono poi altre modalità di contatto sincrone (es. Telegram, TikTok, WhatsApp) e asincrone (con contatti email).

I peer sono affiancati dai professionisti (monitoraggio e supporto) durante le chat ed anche successivamente (supervisione). I peer coltivano una formazione periodica che viene garantita dallo staff degli esperti attraverso il network nazionale (professionisti e “peer senior”). Dall’origine di Youngle del 2011, ad oggi sono presenti in Italia dieci centri locali distribuiti dislocati in diverse regioni (1). Sono in fase di attivazione anche altri sei centri in nuove province italiane (2).

Metodologia

Per l’attività di ascolto volontario in chat da parte dei peer, ci si avvale quindi dell’approccio della peer education e dell’uso di strumenti digitali (social media e social networking) affiancati in supervisione e monitoraggio da professionisti.

La conversazione avviene in modalità totalmente anonima: ogni utente deve creare un proprio nickname con cui appare on line e non gli viene richiesto alcun dato personale sensibile (numero di telefono, indirizzo fisico o mail). Anche il peer mantiene un proprio profilo anonimo, rispondendo solo come ‘Youngle’.

Il progetto è collegato con i servizi territoriali rivolti ad adolescenti e giovani (servizi di prevenzione, altri progetti di peer education, servizi per le dipendenze, servizi sociosanitari, ecc.). Il progetto viene presentato negli spazi e nei momenti di aggregazione naturale del suo target (adolescenti e giovani fra i 14 e i 25 anni): istituti scolastici, centri aggregativi, discoteche, feste, rave party, ecc.

Alcuni dati quantitativi e di processo

Le attività di ascolto nel web sono state considerevoli: le chat avvenute nel 2020 tra peer e giovani coetanei sono state circa 1.854 su tutto il territorio nazionale. Il range di età media prevalente di 14-20 anni con una netta prevalenza del genere femminile. Le chat avvenute nell’arco di 10 anni sono state circa 20.000 su tutto il territorio raggiungendo circa 15.000 ragazzi.

Per ogni centro vi è almeno uno psicologo con ruolo di supervisore in chat e in differita (o come formatore dei peer) ed un educatore (in alcuni centri c’è anche la presenza in staff dell’assistente sociale per lo sviluppo in rete del progetto). Sia lo psicologo che l’educatore sono specializzati sul tema (peer education, utilizzo delle e-technology, sostegno in remoto).

Gli operatori professionisti coinvolti nella rete nazionale sono n. 30, oltre a circa n. 97 peer. Sono state create 16 pagine social, 1 sito internet (in fase di revisione) nazionale (oltre a 10 pagine provinciali), 1 app (attiva da settembre 2019 e scaricabile su GooglePlay – Youngle Android e su Apple Store – Youngle IOS, 1 canale You Tube (weintheyoungle).

Ogni centro ha un proprio profilo Instagram, Telegram, TikTok, WhatsApp, contatti email e telefonici. Tutte queste modalità di social media e social networking sono orientate a far conoscere il servizio di ascolto e orientare il contatto finale interattivo dei ragazzi nell’ascolto on line attraverso la chat utilizzabile attraverso la app Youngle. Nel corso degli anni Youngle é stato oggetto di 10 diverse  pubblicazioni:  cinque tesi di laurea, una tesi manageriali e quattro articoli scientifici e quattro pubblicistici.

Alcuni risultati e temi emersi

Alcuni dati ufficiali sul piano nazionale del 2015 riportano questo tipo di temi emersi dall’ascolto delle chat:

  • 32% Problemi relazionali e sentimentali
  • 13% Scuola
  • 14% Accettazione di sé
  • 4% Autolesionismo
  • 1% Malattie rare
  • 10% Sessualità
  • 7% Sostanze
  • 14% Problemi famigliari/coi genitori
  • 5% Altro

Vediamoli più nello specifico.

Problemi relazionali e sentimentali: sono riferiti a quelle chat ove i ragazzi esprimono, direttamente o indirettamente, difficoltà di relazione con gli altri e che possono portare a situazioni di solitudine e sfiducia verso gli altri o a problemi di gestione della rabbia e difficoltà di dialogo. Sono emersi in questa area difficoltà di relazione con l’altro sesso, sentimenti di inadeguatezza, insicurezza, vergogna e gelosia.

Accettazione di sé: sono chat in cui emergono da parte dei ragazzi difficoltà rispetto a se stessi e al proprio corpo. I problemi relativi all’accettazione di sé si sono manifestati fondamentalmente su due versanti: da una parte come bassa autostima declinata come difficoltà di socializzazione, solitudine o vere e proprie forme di isolamento sociale; dall’altra parte riguarda il rapporto con il proprio corpo e con il cibo. Si vedano ad esempio i seguenti tratti di conversazione chat:

“Se parlo le persone non sono in grado di reggere questo peso, perché io sono un peso…le persone cercano solo gente tranquilla e se trovano una persona con mille problemi si allontanano è sempre così ed è vero” ed anche “Perché mi sento un po’ sola anche se ci sono le mie amiche perché per tutti i maschi o mi ritengono un’amica con cui confidarsi o scherzare o sennò sono per loro sono uno schifo”

L’autolesionismo: include casi di tagli e bruciature autoinflitte, ideazione suicidaria e tentativi di suicidio. Si veda come esempio il seguente contenuto tratto da chat:

“Adesso mi ritrovo qui, in camera mia, seduta in terra, con un coltellino e 8 tagli sul corpo non so precisamente il motivo per il quale lo faccio trovo sollievo, ma sparisce dopo un attimo”

Problemi familiari: sono chat in cui è emersa una forte conflittualità nel nucleo familiare anche protratta nel tempo. Spesso sono collegate alla presenza di un familiare problematico e in alcuni casi a situazioni violente o a cambiamenti del sistema famigliare. Si veda ad esempio questa parte di conversazione tratta da chat:

“Non ce la faccio davvero più!! L’altro giorno sono scoppiata a piangere a scuola perché sto male, la vicepreside mi ha consolato mi ha detto che se volevo potevo andare dallo psicologo della scuola. Sono andata e ha deciso di contattare i miei genitori per fargli dare una calmata visto che non si va d’accordo.”

 Problemi scolastici: in tale area sono emerse chat ove sono stati posti importanti dubbi e le difficoltà relative all’ambiente o al percorso scolastico. Difficoltà nel passaggio da una classe all’altra o nell’inserimento nella propria classe, dubbi sul percorso scolastico scelto, paura di sbagliare e stress da prestazione sono le aree principali, ma anche casi di bullismo.

Sessualità: sono chat ove sono emerse le ansie legate ai rapporti sessuali, le domande rispetto ai metodi contraccettivi, il sentirsi sbagliati o inadeguati, i timori della pressione sociale e dello stigma e le difficoltà nel parlare dell’argomento in famiglia, ma anche con gli amici. Si veda come esempio il seguente contenuto tratto da chat:

“Cosa pensi dei ragazzi e ragazze che pensano di essere gay o lesbiche? … Ma poi non si tratta di amore quello che ti chiedo…ma attrazione fisica per la persona del tuo stesso sesso e anche per l’altro sesso(bisessualità), Cosa ne pensi?”.

Abuso di sostanze: sono chat ove sono emersi temi riferiti all’uso di cannabinoidi e degli aspetti legali legati a tale uso, ma anche per avere informazioni su altre sostanze come cocaina, eroina e droghe sintetiche. In tali chat si sono individuati due tipi di contatti: i ragazzi che si rivolgono al servizio per sé stessi e quelli che si rivolgono per difficoltà nell’aiutare terze persone, soprattutto amici.

Lavoro: sono alcune chat ove sono emerse degli stati emotivi (sfiducia, preoccupazione, demotivazione) nella ricerca di lavoro

Malattie: sono chat i cui contenuti sono riferiti a condizioni di disabilità o area degli apprendimenti o in qualche caso anche a malattie specifiche (es. patologie degenerative o croniche).

Discussione e conclusioni

Gli interventi e le politiche nell’ambito della promozione e protezione della salute in Italia (con il coinvolgimento diretto dei giovani) non sono ancora ad un buon livello di partecipazione.

Risulta pertanto importante dotarsi di strategie che si riconducano all’ascolto dei bisogni specifici dei giovani non limitandosi (come tradizionalmente accade) ad indagare o promuovere il contrasto di aree di disagio individuate con lettura unilaterale e che conducono a campagne scarsamente efficaci.

Il mondo dei servizi e dei professionisti deve quindi dotarsi di strategie migliorative che attraversano i mondi vitali dei giovani, imparando i loro linguaggi per una virtuosa interazione.

I giovani oggi si presentano con i temi di sempre, o meglio temi che si esprimono attraverso nuovi codici e che necessitano pertanto di essere esplorati con questi nuovi linguaggi: i problemi sentimentali, l’accettazione di sé e i problemi relazionali sono infatti i 3 temi con frequenza maggiore identificati anche nell’ascolto in chat.

Questo dato è coerente con quando evidenziato dalla letteratura a proposito dei giovani, per i quali tali aspetti risultano centrali.

Il periodo adolescenziale in particolare è   caratterizzato da grandi mutamenti che si esprimono fondamentalmente su due fronti: la costruzione dell’identità con la conquista della propria autonomia da una parte, e la consapevolezza della maturazione sessuale e del proprio corpo dall’altra.

Gli interventi online rappresentano una promettente opportunità per la prevenzione e promozione della salute tra giovani. L’accessibilità, l’interattività e l’anonimato sono gli elementi chiave che caratterizzano i contesti virtuali e che li rendono attrattivi. A queste si aggiungono le potenzialità della peer education, che evidentemente sono trasferibili dall’ambiente offline a quello online.

Infine un pensiero va rivolto anche ai peer, i ragazzi volontari che fanno ascolto in chat verso i loro coetanei: per questi stessi ragazzi il servizio svolto è stato un percorso di crescita personale, un motivo ad agire e aggregarsi per esprimere il meglio di sé, entrare in relazione con gli altri, cercare il sostegno e il confronto con il gruppo. Questo è stato uno sviluppo (positivo) del progetto non previsto all’inizio e che ha portato benefici ulteriori. È dunque a loro che riserviamo l’ultima parola con un estratto di intervista ad un peer:

“per me l’esperienza compiuta quest’anno con Youngle è stata molto produttiva perché ho scoperto che, quando aiutavo e ascoltavo un ragazzo, in realtà stavo dicendo quello che avrei voluto sentire io se fossi stato nella sua situazione. Finalmente sto imparando ad ascoltare realmente una persona quando parla”

Bibliografia

  • Ali, K., Farrer, L., Gulliver, A., Griffiths, K. M. (2015). Online Peer-to-Peer Support for Young People With Mental Health Problems: A Systematic Review. JMIR Mental Health, 2(2): e19
  • Bravi, E., Brugnolli, A., Valentini, M. (2016), Percorso di adesione al Network ‘Social Net Skills -Youngle’ in Trentino. Corso di formazione per Dirigenti di ambito sanitario, Università degli Studi di Trento- Provincia Autonoma di Trento
  • Calderoni, A. (2013). Psicologia digitale. Salerno: Ecomind
  • Contena, B., Maccherini, M., Alemanno, S., Taddei, S. (2019). Online peer help: Its quality in an online service for adolescents. Applied Psychology Bulletin, 67: 13-23
  • Donini, R. T., Balugani, R., Panza, M., Conio, N., Romani, F. (2014), Adolescenti che si ascoltano: un servizio on line per la promozione della salute. Media Education, 2: 182-197
  • Donini, R. T., Panza, M., Devietti Goggia, F., Lena, C. (2016), Promuovere salute negli adolescenti offrendo occasioni di sperimentare la propria umanità. In Ardis, S., Bicchi, C., Carraro, T. (a cura di) (2016), Trent’anni di Carta di Ottawa, Vol. I, Aonia Edizioni
  • Hendry, L., Kloep, M. (2003), Lo sviluppo nel ciclo di vita. Bologna: Il Mulino
  • Maccherini, M. (2015), Interazioni tra pari online: studio di un’esperienza di supporto via chat, Tesi di Laurea Magistrale in Psicologia, Università degli Studi di Firenze

Note

(1) Torino, Novara, Cremona, Trento, Bologna, Savona, Ancona, Napoli, Piacenza, Perugia

(2) Verona, Siena-Arezzo-Grosseto, Udine, Lodi, Aosta

Una versione più approfondita di questo contributo è ora disponibile nel numero 4 – Autunno 2021, di Prospettive Sociali e Sanitarie

 

* Laureato in Psicologia e Servizio Sociale è referente Scientifico Youngle Verona

**Pedagogista e formatore in ambito di web communication e counseling on line. Ha realizzato progetti sulla  muldimedialità e comunicazione sociale per il Ministero della Salute, Regione Toscana. E’ coordinatore scientifico nazionale progetto Youngle.

***Educatore sanitario ASST, referente adolescenti e giovani, formatore Life Skills Training e Peer Education Lombardia, è referente Youngle Cremona.

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