Parlare e governare: i migranti nel deserto della politica

1302456265511lampedusa_migranti_newGiusi Nicolini è il sindaco di Lampedusa e Linosa e sul finire dello scorso anno pubblicò una lettera (uscita anche sul numero speciale di dicembre 2012 di PSS) per denunciare l’indifferenza di tutti, istituzioni in primis, nei confronti della tragedia dei migranti. Quelli che riescono a sbarcare nei modi più rocamboleschi sulle coste di Lampedusa, sono comunque costretti ad un limbo per lungo tempo. Giusi Nicolini il 20 luglio 2013 ha pubblicato una nuova lettera rivolta questa volta alle madri dei migranti, soprattutto di coloro che non ce la fanno a raggiungere le coste di Lampedusa. Ma a differenza della precedente lettera questa raggiunge gli onori della cronaca dopo che Lampedusa è stata oggetto di una copertura mediatica mondiale per la prima visita pastorale di Papa Francesco.

Questo atto, che arriva nel momento di massima crisi della politica italiana, ha assunto un valore simbolico e reale enorme: dal punto di vista sociale, culturale, politico. Per come, seguendo un insegnamento (quello di San Francesco) e un’idea (di fede), un uomo leader della sua Chiesa e del suo Stato possa riuscire a portare avanti la sua missione, senza paura di andare contro a quello o quell’altro potere. In fondo è stato votato a maggioranza, scelto tra i prescelti. Si sente avvalorato da questa scelta, non messo in difficoltà.

Dicevamo: Lampedusa. E’ sempre il lembo di terra a cui alcuni riescono ad approdare, ma non si sa quanti siano quelli che restano in mare. La tragedia dei migranti non si arresta, e ancora difficile e fragile è l’intervento politico su questa tragedia, almeno a livello nazionale.

In questo pasticciato momento politico ho seguito i tweet di tutti: destra, sinistra, centro (?), M5S, altri… Ho notato che per lunghe ore la destra (o centro destra) non ha detto nulla. Anche Grillo ha atteso per poi dire che “il Papa è diventato un po’ qualunquista e populista, dice di pensare agli ultimi e non alle Banche che siano di destra o di sinistra”. Ironia (qualunquista?) grillina, il suo modo di ‘approvare’ l’idea del Papa, perchè è la sua.

Tutti (o quasi) hanno accolto favorevolmente le iniziative di Papa Francesco, Saviano sostiene che questo incontro con i migranti a Lampedusa “fa immaginare un’altra Chiesa e, forse, un’altra Italia”. Gad Lerner grida al miracolo: “Radio e Tv hanno imparato a dire migranti invece di clandestini. Ci voleva un Papa per ricordargli che sono delle persone?”

Poi un’improvvisa virata: il leghista Erminio Boso interviene a La Zanzara di Radio24: “Non me ne frega niente di quello che ha fatto il Papa a Lampedusa, lui ha diritto di fare i suoi viaggi al mare, può baciare chi vuole, ma gli chiedo soldi e terreni per mettere dentro gli extracomunitari che vengono”.

Piano piano ci allontaniamo da quell’aura mistica e ritorniamo al profano profano, non c’è che dire. L’onorevole deputato Cicchito interviene all’indomani della visita di Papa Francesco e dice: “Ieri il Pontefice ha sviluppato una riflessione di alto profilo su uno dei più grandi drammi del mondo contemporaneo: l’immigrazione. Però un conto è la predicazione religiosa, un conto è la gestione da parte dello Stato di un fenomeno così difficile, complesso e anche insidioso […] qual è l’immigrazione irregolare […]”.

Famiglia Cristiana ‘riprende’ Cicchitto, Lupi e gli altri: “Dove sono i vari Lupi, Mauro, Gelmini, Formigoni, così solerti nel correre in soccorso del loro leader-padrone Berlusconi, ma in vergognoso silenzio” di fronte alle critiche di Cicchitto e Gasparri al Pontefice dopo l’omelia di Lampedusa sull’indifferenza verso gli immigrati”.

Messaggio da parte di Giusi Nicolini: un conto è parlare, un altro è governare. Che sia una grande Nazione, uno Stato minuscolo, un’isola nel deserto della politica. La sua lettera alle madri dei migranti sono parole che risuonano come l’eco in alta montagna. Si governa anche riuscendo a usarle, queste parole.

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