Via Baltea – Laboratori di Barriera

di Lisa Parola*

A Torino, nel quartiere di Barriera di Milano, c’è uno spazio meticcio, un luogo che accoglie tante e differenti attività.

Un po’ giardino pubblico, un po’ luogo di lavoro, un po’ spazio dove mangiare vegetariano e un po’ un cortile dove passare per caso e magari fermarsi tutto il pomeriggio: Via Baltea Laboratori di Barriera è un luogo così. Uno spazio al plurale dove trovare ‘situazioni’ per produrre cose, cultura e cittadinanza. Un community hub aperto nel 2014 in un’ex tipografia di 900 mq con una corte interna di 200 mq – riqualificato su iniziativa della Cooperativa Sumisura.

Uno strano agglomerato di laboratori, attività e progetti dedicati all’educazione informale. Un piccolo mondo alla rovescia che ospita anche musica, informazione, cibo e arte. Un luogo nel quale ci si può confondere, se non si è abituati a condividere, ma divertire se invece si è in cerca di un meticciato quotidiano. In via Baltea c’è chi fa il pane, chi mette musica alla radio, chi serve da mangiare, chi suona jazz, chi lavora il legno, chi insegna a fare cesti. E può capitare di incontrarsi nel cortile per un caffè o una birra.

In un mondo in divenire via Baltea ormai da otto anni ha preso questa strada, senza paura di perdersi ma trovando invece divertente avere vicino gli ‘altri’, indipendentemente da chi sono e da che lingua parlano. In questo spazio caleidoscopico c’è anche il Progetto Itaca Torino ETS – ODV, un’organizzazione che promuove programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione, rivolti a persone affette da disturbi della salute mentale e alle loro famiglie ma anche MAG4: una rete di persone e di realtà del terzo settore, ciascuna con le proprie competenze ed i suoi ambiti di azione, accomunati però dal credere che il denaro sia solo uno strumento e non il fine ultimo del lavoro e della vita.

È molto chiaro: Via Baltea è tante cose insieme e questa è la sua forza. Un community hub nato in uno dei quartieri più problematici di Torino ma che ha scelto di accompagnare la trasformazione del quartiere e della città attraverso azioni culturali per ragionare su una particolare idea di cittadinanza e integrazione. Via Baltea è facile perchè chiunque può entrare: un grande accesso su strada facilita l’ingresso e la frequentazione di un luogo non comune, dove è possibile inciampare in un’inedita forma di cultura diffusa con la Jazz School Torino, il Laboratorio artistico RivoirArte, il progetto CasaBottega, Atelier heritage, Radio Banda Larga. Ognuno attivo nella sua programmazione ma anche disponibile a progettare laboratori per i cittadini del quartiere o delle altre zone della città.

In via Baltea c’è anche un bar sociale aperto a tutti e un café repair, oltre a un panificio (Panacea scs) che usa grani antichi per un pane lievitazione naturale e offre lavoro per persone svantaggiate. In via Baltea c’è anche una drogheria sfusa. A pranzo e cena è aperto un ristorante vegetariano a costi contenuti che utilizza ingredienti di stagione appoggiandosi a piccoli produttori. E non finisce qui, in via Baltea si può trovare anche una cucina comunitaria, un laboratorio di scenografia, un salone per corsi, festival ed eventi.

Ma come è nato tutto questo? Pensando “… che a volte basta un cucchiaino per fare una città”, racconta Sara Medici una delle socie di Sumisura. “Pensiamo  che il riposo, le chiacchiere, il cibo siano strumenti “leggeri” di lavoro nelle comunità, qualcosa che accorcia le distanze e semplifica le relazioni, quasi le amplia”.

“Se si passa anche casualmente da via Baltea… (racconta anche Chiara Mossetti, altra figura dello staff) alcune caratteristiche emergono da subito. Prima di tutto la generatività, perché abbiamo pensato a questo luogo un po’ come una piazza che genera incontro, scambio, progetti. lavoro di capacitazione. Ci interessa un modello di welfare culturale di prossimità. L’accessibilità è un’altra parola chiave, ovvero la possibilità di un’entrata a bassa soglia. I nostri target di riferimento non sono mai specifici e qui l’accesso è facile: solo un grande portone garantisce una continuità spaziale fra dentro e fuori, dalla strada al cortile. Ci connotiamo come laboratorio sociale: spilliamo birre per offrire servizi o anche solo qualche ora di socialità”.

“Fin dall’ideazione abbiamo pensato a un’ identità ibrida… (continua Anna Rowinski che opera nello staff di Via Baltea) non temiamo l’idea di mescolare servizi per la comunità, spazi per gli artisti e realtà commerciali. Pensiamo la multifunzionalità come una strategia economica e socio-culturale. La nostra è una pratica che mette in relazione sempre il contenitore e il contenuto: dalla programmazione delle attività, al puzzle di contributi culturali, educativi, sociali e commerciali”.

La multifunzionalità anche nei suoi stessi lavoratori: qui tutti fanno tutto.

Raffaella Fusaro altra figura di Sumisura non ha dubbi. “Siamo arrivate sul territorio senza fare un lavoro specifico con chi qui abita o lavora o passa qui per caso. Non lo abbiamo fatto perchè banalmente non avevamo le risorse per farlo. Nel giro di pochi mesi abbiamo aperto le porte facendo una proposta al quartiere e alla città. Abbiamo offerto un prodotto e poi avviato il processo che si è rivelato “lento” . La crescita non è stata immediata, il lavoro volontario dei soci per i primi 3 anni è stato tanto, e ancora oggi lo è, ma abbiamo capito che la forza è proprio quella di lavorare per un luogo in divenire, una dimensione fluida e con una programmazione in grado di adattarsi anche attraverso le difficoltà. Il nostro obiettivo era piuttosto quello di costruire basi solide – sia di rete che di sostenibilità – per poi iniziare a “uscire” da via Baltea e lavorare nel quartiere in un’ottica di sviluppo collettivo e allargato. Ed è proprio quello che sta avvenendo negli ultimi anni, nonostante la pandemia”.

Diamo un po’ di numeri? Ogni anno partecipano al programma culturale delle attività almeno 60 associazioni, di cui 20 con programmi continuativi, perché Via Baltea è stata progettata con l’obiettivo di portare cultura, lavoro e bellezza in un’area della città caratterizzata dall’alta presenza di giovani, nuovi cittadini e fasce deboli.

Uno spazio pubblico e allo stesso tempo domestico, l’hub torinese contamina funzioni, attori, target e modelli di gestione; è una struttura a servizio delle comunità del quartiere e dei suoi abitanti e collabora con istituzioni, soggetti organizzati sul territorio, associazioni e realtà economiche e sociali. Uno spazio nel quale si attivano pratiche culturali collaborative basate sulla partecipazione e sull’attivismo, costruendo spazi di confronto e consapevolezza per agire sul cambiamento e la trasformazione della vita urbana, oltre a offrire servizi gratuiti ai cittadini con il coordinamento di Sumisura APS.

È qui che quest’estate, fino a settembre, si terrà la seconda edizione di Barriera a Cielo Aperto un festival interdisciplinare che vedrà concerti, laboratori, radio talk ma anche arte e poesia.

Per informazioni:  via Baltea 3 10155, Torino – Tel. 011 2074514 – 375 6323306 – info@viabaltea.itwww.viabaltea.it

*Storica dell’arte, consulente culturale per l’hub Via Baltea a Torino

L’immagine riportata è relativa all’iniziativa INTERPLAY, Festival Internazionale di Danza Contemporanea, realizzato a a cura dell’Associazione Culturale Mosaico Danza, che si è tenuto a Torino dal 21 maggio al 10 giugno. Via Baltea ha ospitato l’opening del festival il 21 maggio su strada.

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