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Per equità

di Emanuele Ranci Ortigosa*

bilanciaIl tema dell’equità, opportunamente rilanciato da Tito Boeri[1], comporterebbe una riconsiderazione critica dell’insieme delle politiche pubbliche, da quelle regolative a quelle per l’acquisizione e l’erogazione di risorse. Il livello di equità è infatti l’esito dell’azione e dell’interazione di tutte queste politiche.

Limitiamo allora il campo e consideriamo fra le politiche erogative, quelle di assistenza sociale, che hanno effetti diretti e rilevanti in termini di equità. Valutare se il totale delle risorse ad esse dedicate soddisfi le esigenze di equità è arduo, anche perché la natura dei bisogni da queste considerate ha tale rilevanza per la vita delle persone che gli interventi in merito possono essere sempre ritenuti inadeguati. Se ricorressimo all’espediente della comparazione fra paesi, pur approssimativo per la diversità dei sistemi, vedremmo che la spesa del nostro paese per tali politiche è attorno alla media europea, inferiore però ai livelli dei paesi dell’Europa centrosettentrionale. Continua a leggere

“Non per cassa, ma per equità”, la proposta di Boeri

Equitàdi Emanuele Ranci Ortigosa *

Il post che pubblichiamo oggi, firmato dal nostro Direttore, è apparso ieri anche su Redattore Sociale.

Con “Non per cassa, ma per equità” il presidente dell’Inps, Tito Boeri, beneficiando anche della massa di informazioni divenuta a lui ben più accessibile che ad altri studiosi, ha messo a punto e redatto in forma di compiuto progetto di legge contenuti che aveva già prima avanzato.

Vi si prevede l’introduzione di un segmento di reddito minimo garantito per abbattere la povertà per gli over 55anni, come fascia di popolazione particolarmente colpita dalla crisi, flessibilità per l’accesso alle pensioni a partire dai 63 anni con penalizzazioni sui futuri assegni. Parte delle risorse che tali misure richiedono vengono raccolte con il ricalcolo dei trattamenti in essere per 230 mila famiglie ad alto reddito che accedono a misure assistenziali; il ricalcolo dei trattamenti per 250 mila percettori di pensioni elevate, le famose pensioni d’oro non giustificate dai contributi versati; il ricalcolo infine di trattamenti privilegiati come i vitalizi di oltre 4 mila politici che hanno svolto incarichi elettivi e le pensioni dei dirigenti sindacali. Continua a leggere