In Europa per capire cos’è l’innovazione sociale

Innoserv è un progetto di supporto per la costruzione di una piattaforma sociale sui servizi innovativi. L’obiettivo generale a cui la piattaforma risponde è quello di delineare i principali fattori che portano innovazione nelle politiche sociali in Europa e di diffondere le proposte innovative che già oggi mettono in atto tali linee innovative. Flavia Pesce e Chiara Crepaldi di IRS hanno partecipato come partner a questo grande progetto di ricerca europeo, contribuendo dapprima alla stesura di un corposo report di analisi della letteratura internazionale con esperti di altri paesi europei, su cosa si intende per innovazione sociale da diversi punti di vista. Successivamente selezionando le esperienze innovative italiane che, insieme a quelle degli altri paesi europei, hanno contribuito a costruire un database con 160 servizi o progetti innovativi.

Il contenuto della ricerca

Sono stati individuati concetti e definizioni, i fattori guida dell’innovazione, le nuove forme di governance dei servizi sociali e sociosanitari, le pratiche e i campi innovativi. Le dimensioni determinanti nell’introduzione di innovazione nei servizi sociali possono essere riassunte così: l’emergere di nuovi bisogni o la ricerca di nuove soluzioni a vecchi bisogni (es. invecchiamento popolazione, allungamento vita lavorativa delle donne, analfabetismo digitale …); l’emergere di nuovi paradigmi (utente esperto, utente al centro, la società inclusiva, nella salute mentale il passaggio da segregazione a de-istituzionalizzazione, da inclusione a partecipazione attiva); la necessità di affrontare il problema della sostenibilità dello stato sociale; l’attenzione crescente sull’efficacia degli interventi; la crescente importanza attribuita alla soddisfazione dell’utenza.

Queste le ragioni per le quali oggi l’innovazione sociale sembra essere sempre più all’ordine del giorno nelle riflessioni di tutti.

Il confronto tra le esperienze nel workshop milanese

Tra tutte le esperienze l’Università di Heidelberg ha individuato quelle che sembravano più interessanti in assoluto, in base ai criteri individuati attraverso la ricerca iniziale.
Il 7 maggio presso la Fondazione Aiutiamoli di Milano sono stati proiettati 4 video, tra questi quello che racconta dell’esperienza di residenzialità leggera di Aiutiamoli, il progetto Aquilone.
Un gruppo misto di persone tra operatori del settore pubblico, del privato sociale, utenti dei servizi di salute mentale e ricercatori si è così confrontato sulla base di quanto raccontato nelle esperienze tedesche e in quella belga e italiana. Questi i video:

I punti emersi dal confronto

È difficile pensare che l’esperienza di Mainz possa essere replicata qui in Italia, almeno viste le condizioni di partenza italiane. Ma è di certo parsa l’esperienza più entusiasmante perchè in grado in un solo colpo di parlare di lavoro, di sociale, di riabilitazione facendo impresa, non separando il mondo produttivo da quello del welfare e della salute, ma anzi facendoli interagire rafforzandosi reciprocamente.

Progetto Aquilone è on-blog

Il racconto dell’esperienza di chi abita gli appartamenti di Aiutiamoli è online. Per ogni informazione supplementare seguite direttamente il blog Avventura Sociourbana del progetto di residenzialità leggera l’Aquilone. E se ne avete voglia un video e una canzone.

Dopo Milano, un workshop analogo, cui hanno partecipato operatori del settore proveniente dal pubblico, dal privato e dall’associazionismo, si è tenuto a Bologna il 21 maggio presso l’Urban Center di Salaborse. Anche in tale occasione sono stati presentati quattro casi: uno francese, uno ungherese, uno danese e uno transnazionale. Questi i video:

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