Legami speciali

di Cristina Sironi

Qualche considerazione sul libro Un’estate con la strega dell’Ovest di K.Nashiki

 

In questo momento così difficile per tutti, fatto di isolamento, di distanziamento sociale ma, soprattutto, dove la minaccia di un nemico invisibile che mette in crisi le nostre certezze e le nostre abitudini è quotidiana e pervasiva, leggere qualcosa di rasserenante, che ci mette in contatto con il ritmo lento della vita della natura, con l’osservazione e la riflessione, non può far altro che procurarci benessere. Per questo vi segnalo questa storia lieve, delicata, poetica: una storia di formazione, di affetto, di scoperta.

I protagonisti, pochi e ben delineati: una nonna di origine inglese, ma così innamorata del Giappone che ne ha sposato un abitante e lì ha messo radici. È persona saggia, volitiva, con idee chiare e una grande passione per la natura. Poi c’è Mai, la nipotina tredicenne, delicata di salute e in crisi con la scuola perché fatica a inserirsi nei gruppi chiusi dei compagni. È una “ragazza difficile” e “ipersensibile”, così la definisce la mamma, con irrisolte paure, buone capacità riflessive e improvvise malinconie. Non ultima protagonista è la Natura: il bosco ai piedi della montagna, il giardino intorno alla casa della nonna, il pollaio e una varietà di fiori, profumi, cespugli, frutti e animali. Poche e fugaci le altre presenze umane: la mamma che risiede con la ragazzina in città, il papà che vive e lavora lontano, un vicino di casa della nonna, uomo tuttofare dai modi un po’ rudi che suscita i timori della ragazzina.

La storia si apre con il viaggio di Mai e della mamma per raggiungere la casa della nonna, dopo aver ricevuto la triste notizia della sua dipartita. In questa occasione comincia il ricordo della vicenda di due anni prima, quando la mamma decise di portare Mai in campagna dalla madre, per vedere che superasse i problemi scolastici, facendole cambiare aria. Si rivelerà una scelta preziosa. La ragazzina ama la nonna e, diversamente da quanto fa con i suoi genitori, forse più formali, riesce a esprimerle i suoi sentimenti, a dirle  “ti voglio bene, nonna”, cui la nonna risponde “I know” in un rituale consolidato e segreto, quasi fosse una formula magica, “una parola d’ordine segreta tra amiche”.

Fin da subito si stabilisce un rapporto di complicità tra nonna e nipote e di attento ascolto reciproco. La nonna guida la nipotina nel bosco, le mostra alcuni anfratti particolari e significativi, le indica come aver cura dei fiori, di cui le insegna i nomi, l’addestra alle faccende di casa, la responsabilizza con alcuni compiti per la quotidianità, come l’andare a prendere le uova appena covate per la colazione. Ma soprattutto la inizia ai suoi poteri ‘extrasensoriali’ ereditati a sua volta dalla nonna, che richiedono esercizio e forza di volontà: “per ottenere le cose che per te hanno valore, quelle che desideri di più, può darsi che tu debba superare le prove più difficili” è l’insegnamento.

La ragazzina farà tesoro di queste indicazioni e si metterà alla prova con impegno, accettando fiduciosa la sfida della nonna e affidandosi al suo addestramento. Sarà aiutata in questo dalla natura, all’inizio percepita con inquietudine poi con sempre maggiore confidenza e familiarità. A poco a poco le sue paure si stemperano e anche quel senso di inadeguatezza che accompagnava spesso le sue riflessioni si trasforma in maggiore consapevolezza di sé. Così alla fine del soggiorno, avverrà un’importante cambiamento: il trasferimento di tutta la famiglia unita in un’altra città. E questa nuova prova verrà affrontata da Mai con sicurezza e maturità.

Alla fine, concluso il viaggio in auto con la mamma e raggiunta la casa della nonna, Mai troverà un importante messaggio di conferma per lei.

Questa storia la si legge seguendo il ritmo leggero del respiro, immergendosi nella bellezza della natura e funziona come un momento di meditazione. La vicenda ci fa percepire con delicatezza che chi ascolta, osserva e rispetta la natura, i suoi ritmi e anche le sue crudeltà ne può trarre un grande insegnamento e ricavarne benessere e una maggiore umanità. Che l’avere cura delle cose, di sé, delle relazioni è un modo costruttivo di stare al mondo. Ma soprattutto questa storia mette in luce la positività di uno scambio intergenerazionale fatto di memorie, insegnamenti e preziose scoperte, vitali e durature per entrambe le protagoniste.

Come ci insegna Hillman: “ i nonni si possono permettere orizzonti più ampi (…) perché sono prossimi al cuore dei bambini.” (Hillman, La forza del carattere, Adelphi, Milano, 2000, p.258.)

 

L’autrice Kaho Nashiki, giapponese, da noi poco conosciuta, è scrittrice nota nella sua terra d’origine. Sappiamo essere interessata ai temi religiosi e alla vita delle piante, pubblicò questo racconto nel 1994 in Giappone dove ebbe molto successo e da cui ne fu tratto anche un film.

 

*educatrice e formatrice

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