Cronaca di un #Welforum non qualunque

di Benedetta Angiari* e Diletta Cicoletti**

Cos’è Welforum

welforum_logoE’ una proposta di Prospettive Sociali e Sanitarie volta a supportare l’azione delle Regioni e delle Province autonome italiane in materia di politiche e servizi sociali e sociosanitari. Si tratta di un forum rivolto a dirigenti e funzionari di tutte le Regioni e le Province autonome che gestiscono ruoli di alta responsabilità su questi temi. L’iniziativa intende aiutare dirigenti e funzionari di Regioni e Province autonome nello svolgimento del proprio ruolo di proposta tecnica, di istruttoria e di concorso alle scelte istituzionali, di gestione operativa delle iniziative e azioni conseguenti.

Il forum si propone come un’occasione a disposizione dei dirigenti regionali per riflettere sulle diverse tematiche per costruire e confrontare strategie di trattamento dei più gravi e pressanti problemi sociali. Leggi qui gli obiettivi di Welforum.

Verso una nuova strategia di relazione tra enti pubblici ed enti del privato sociale

La crisi economica, il suo impatto sociale e le iniziative istituzionali in atto offrono opportunità per riconfigurare gli attori e per recuperare e rigenerare le relazioni tra enti pubblici e organizzazioni non profit nel campo delle politiche sociali. Il XV seminario di Welforum è dunque dedicato ad approfondire l’evoluzione della relazione tra pubblico e privato sociale, inquadrando questa relazione nel sistema più complessivo di governance già configurato dalla L. 328/00. Oggi Regioni e Comuni stanno sperimentando e avviando nuove forme di collaborazione nonostante le fasi concitate che la crisi impone.

Nel corso della giornata e mezza di lavori a Firenze Regioni e Comuni hanno portato la propria esperienza, rappresentando le diversità di approccio, i progetti avviati, quelli già conclusi e valutati.

La cronaca del seminario: prima sessione

barbettaHanno avviato il seminario il prof. Barbetta (Università Cattolica) e il prof. Moro (Presidente Fondaca), due provenienze diverse e due sguardi differenti sul terzo settore. La prima sessione è stata infatti interamente dedicata alla riconfigurazione del terzo settore, alle criticità rilevate e a quelle cui la Legge Delega di Riforma prova a dare risposta. moroCon il suo “Contro il Non profit” Moro prova a segnalare i paradossi che vive il terzo settore italiano provocando su questioni quali la rappresentanza, la fiscalità. Il precedente intervento del prof. Barbetta convergeva sulla necessità di riordinare il mondo del terzo settore, ma non per uniformarlo. L’eterogeneità è ritenuta un vantaggio, non un problema.

L’on. Donata Lenzi riporta l’attenzione sulla Legge Delega di Riforma del Terzo Settore, richiamando la necessità di costruire lenziun quadro normativo chiaro, ma prova principalmente ad interagire con i contenuti proposti da Barbetta e Moro. Nel botta e risposta emergono i dubbi ancora esistenti e un richiamo a lavorarci ancora su, nulla è definito. Ci sono margini di miglioramento.

 

“Sono 1.600 le risposte da parte delle organizzazioni alla chiamata del governo con la consultazione online, non poche se messe a confronto con quelle raccolte in altri paesi che hanno adottato prassi analoghe, ciononostante rischiano di non essere così rappresentative di un mondo decisamente complesso, composto da enti articolati e strutturati e al contempo da piccole associazioni di volontariato che trovano voce con maggiore difficoltà”.

Luigi Martignetti, segretario generale di REVES Network  porta la visione della normativa martignettieuropea come riferimento più generale. Certamente appare chiaro che molte delle direttive europee non sono chiaramente un riferimento nazionale. C’è ancora molto su cui lavorare.

Il dibattito si focalizza sulla Legge Delega di Riforma del Terzo Settore, riprendendo alcune delle affermazioni dell’onorevole Lenzi: Registro Unico delle organizzazioni di terzo settore, disomogeneità componenti del privato sociale, valutazione dell’impatto sociale e altre ancora che è nostra intenzione proporre nel merito.

Seconda e terza sessione: la voce dei comuni e delle regioni

Dedicheremo ampio spazio alle esperienze, non solo a quelle presentate.

Qui ci limitiamo per ora a segnalare che si delinea un quadro molto diversificato di quanto le Regioni e i Comuni stanno facendo in un’ottica di coprogettazione, scardinando le modalità di affidamento, esternalizzazione, contracting out fino ad ora adottate. Non sono risolte alcune questioni specifiche che riguardano in particolare le attenzioni che è necessario tenere affinchè la coprogettazione sia una opportunità da cogliere appieno e non una semplice moda o una necessità indotta dai tagli consistenti al welfare locale.

Le tipologie di esperienze raccolte in occasione di questo Welforum indicano anche un differente approccio alla coprogettazione stessa e, questione piuttosto interessante, una modalità diversa di interpretarne il senso. Ci è capitato di incontrare un’interpretazione di coprogettazione legata alle buone relazioni tra i diversi attori.

0945d1aUgo De Ambrogio, Presidente IRS, nella terza sessione del seminario mette bene in luce quanto questo non possa rappresentare l’unico appiglio: serve un’attenzione metodologica e una cura delle relazioni e delle competenze, che è stata ben rappresentata dal caso milanese come da quello genovese e ligure.

 

Una voce fuori dal coro

D'eliaAnnibale D’Elia, dirigente della Regione Puglia, è la voce fuori dal coro, colui che insieme allo staff  di “Bollenti Spiriti” ha provato ad uscire dalla logica dell’affidamento dall’alto (top-down) tra istituzione pubblica e terzo settore (o cittadini…), ma anche già a superare la logica della coprogettazione. Le politiche giovanili, quelle 2.0 di Bollenti Spiriti, sono un campo ideale per sperimentare la coproduzione di politiche. Coinvolgere i ragazzi, per lo più lasciati a loro stessi dalle Istituzioni, e convincerli che possono usare le loro energie producendo un impatto sociale visibile a tutti. Questo punto è sembrato centrale. Altro aspetto sottolineato è il ruolo che può e deve giocare la pubblica amministrazione: non ostacolo all’innovazione, ma sostegno reale per l’innovazione.  

E per finire la tavola rotonda

ranci2 gino mazzoliLa tavola rotonda moderata da Gino Mazzoli esperto di welfare e processi partecipativi e prima ancora l’intervento di Emanuele Ranci, direttore di Welforum, sono stati i momenti per tirare le fila e per trovare i punti di convergenza tra esperienze tra loro sicuramente diverse ma solo apparentemente disomogenee. I relatori che si sono di alternati hanno offerto ulteriori spunti di approfondimento e di analisi in merito alla legge delega di riforma.

Abbiamo inoltre ascoltato il sottosegretario Bobba.

tisiLa vicesindaco di Torino Elide Tisi apre la Tavola Rotonda evidenziando che le esperienze esposte e le molte altre agite sul territorio sono la dimostrazione che su questo tema le pubbliche amministrazioni e il terzo settore non partono da zero, con la differenza che la straordinarietà del momento storico attuale costringe a fare scelte in tempi più stretti e talvolta necessariamente innovative.

Stefania Saccardi, Vicepresidente della Regione Toscana, nel ribadire che non siamo all’anno zero, saccardimette in relazione il costo del sistema dei servizi sociali al comparto pubblico (governo, regioni, enti locali) e quanto viene messo in moto sul territorio da parte dei diversi attori formali e informali in termini di aiuto alle persone in difficoltà. Ammesso il valore del terzo settore è sollevata la questione di quanto sia importante trovare il giusto equilibrio nel rapporto tra ente pubblico e terzo settore affinché il primo riesca ad assumere un ruolo di governo e non di delega.

Federico-Gelli-PDLa straordinarietà del momento storico è richiamata da Federico Gelli, presidente CESVOT, con la crisi economica, la scarsità di risorse, il senso di sfiducia, l’emersione di nuove povertà che ne derivano ma che vede al contempo un impegno del governo a mettere in agenda il ruolo del terzo settore e il riordino della normativa che ne regolamenta l’azione. Con la precisazione che si scongiura il rischio che la responsabilità di fare fronte alla domanda sempre più urgente e complessa da parte delle persone più fragili ricada sulle spalle del solo terzo settore, da cui l’importanza degli sgravi fiscali per il privato sociale (differenziando al suo interno per evitare che assumano forme giuridiche improprie soggetti che tendono ad interessi diversi) e di riformare la legge sull’impresa sociale.

palazziniLicio Palazzini, Presidente CNESC, ha dato voce al mondo del servizio Civile nazionale, a sua volta interessato dalla prossima riforma e caratterizzato da una politica rivolta ai giovani e messa in campo da ben 14.000 mila soggetti accreditati in parte pubblici e in parte privati. Nonostante la ricchezza di attori e la disponibilità di strumenti (accordi di partenariato) le best practice di collaborazione in questo settore sembrerebbero poche quando invece sarebbero auspicabili connessioni e reti istituzioni/enti per dare ancora più robustezza e prospettive di continuità all’impegno dei giovani.

“Il periodo di servizio civile non è una ‘monade’ nella vita dei giovani prima e dopo c’è qualcosa”.

bobbaEstrema attenzione da parte di tutti è stata quindi posta all’intervento del sottosegretario Luigi Bobba a cui è spettato l’onore e l’onere di chiudere una due giorni densa di temi e contenuti. Il sottosegretario ricapitola le funzioni del soggetto pubblico (dominus nella generazione interesse generale) , del privato for profit (dominus nella generazione ricchezza per ridistribuire profitti) e del privato sociale (dominus nella generazione di solidarietà) sottolineando però come i confini dell’azione di questi soggetti si sia nel tempo “sfrangiato” portando necessariamente ad una maggior confronto ed integrazione.

Sono quindi 4 i punti enucleati: 1. il tema del capitale intangibile di queste organizzazioni e dell’azione volontaria di singoli individui;2. l’impatto sociale dell’azione del terzo settore, refrattario a misurarlo col rischio che il suo operato rimanga nell’ombra; 3. l’importanza di mettersi in rete per l’efficacia delle azioni che compiono e per la riduzione del costo unitario dei servizi e progetti; 4. le partnership tra privato sociale e pubblica amministrazione.

*Ricercatrice IRS, svolge attività di valutazione occupandosi in particolare di tematiche inerenti il terzo settore e le politiche sociali.

**Ricercatrice, consulente, formatrice e blogger. Redazione di PSS e di Scambi di Prospettive. Organizzazione Welforum.

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