Terapia ambientale ed effetto città (?): che cosa ne pensate?

Schermata 02-2456690 alle 19.31.23 Ho una curiosità, che arriva da un’esperienza di ricerca fatta e seguita ai tempi dell’Università: verso fine anni ’90, proprio credo nel 1996, in pieno processo San Patrignano e in preda a domande abbastanza pesanti sul modello che Vincenzo Muccioli aveva costruito di comunità terapeutica, il prof. Pieretti insieme al prof. Guidicini pubblicavano un testo, esito di una ricerca sul campo a San Patrignano appunto, Terapia ambientale ed effetto città.

Devo dire che già allora, essendo un libro di testo per un esame specifico, ero rimasta sospesa, con domande non del tutto chiarite. Non avevo capito bene che cosa non mi convincesse delle ipotesi presentate attraverso la ricerca (o meglio delle tesi proposte).

Dopo l’intervista di Daria Bignardi, venerdì 31 gennaio, ad Andrea Delogu, nata a San Patrignano da genitori che si sono conosciuti proprio lì durante il loro periodo “terapeutico” di disintossicazione e recupero, sono tornate a galla alcune di quelle domande.

L’intervista mi ha messo in una situazione strana, uno stato d’ansia che il sorriso della Delogu non ha cancellato. Saltare da “è stata un’infanzia stupenda, era un paradiso” a “sì, c’erano le punizioni, le persone venivano rinchiuse nel canile, nella piccionaia…”. Per andarsene da lì in qualche modo i genitori hanno dovuto costruirsi una protezione (“registrato una cassetta…”).

Sono rimasta appesa alla paura degli “ospiti” di San Patrignano. Mi sembra difficile riparlare di San Patrignano, ma vorrei capire che cosa ne pensate anche voi, se vi va, sono tutta orecchie.

Grazie.

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