Tanto si è parlato in passato di tossicodipendenza, soprattutto in chiave moralistica, a fronte di una presunta attuale normalizzazione che ha impedito di approfondire e leggere l’evoluzione del fenomeno nel tempo.
Trasversalmente pochissimo si è parlato di piacere perdendo credibilità nei confronti dei consumatori e dei giovani, disperdendo risorse ed energie in programmi di formazione e prevenzione fuori dalle evidenze scientifiche e dalla realtà vera del consumo.
Ancora oggi l’approccio più diffuso alla sensibilizzazione e all’informazione circa l’uso di sostanze psicotrope si fonda sulla stigmatizzazione e sulla condanna.
Anche gli addetti ai lavori inciampano spesso sulla difficoltà di trattare l’argomento senza indulgere in valutazioni di merito e facili condanne.
L’antidoto e la conseguente tutela della credibilità dell’intervento dovrebbe prevedere invece una maggiore attenzione nei confronti del concetto di piacere. Continua a leggere