Archivi tag: salute mentale

“La Grande Mela”. Una vacanza avventura a New York

di Carlo Scovino*

NY2 “La Grande Mela” è un progetto educativo/riabilitativo volto a permettere ai beneficiari di sperimentare la dimensione del viaggiare. Proposto a persone afferenti al CPS, vuole essere un cammino dove acquistano importanza non solo la meta ma anche e soprattutto la dimensione del viaggiare: il viaggio inteso come un’esperienza in grado di tracciare dei segni significativi nelle esistenze, per certi aspetti dolorose e complesse, dei beneficiari. Il viaggio porta a fermarsi, a confrontarsi con domande, riflessioni, con l’immagine di sé stessi derivata dal confronto con l’altro da noi. Viaggiare è in fondo uno stato dell’animo, a cui non si può chiedere ragione del suo essere: esiste perché noi esistiamo. Il valore dell’uomo va oltre quello della salute e della malattia, della normalità e dell’anormalità. Continuare ad assumere uno sguardo aperto ad una dimensione pedagogica ed educativa ci ha sollecitato a ricollocare la malattia nella sfera dell’esistenza, considerandola come un modo di essere nel mondo e dotata di un proprio senso: è una persona che per quanto malata non potrà mai perdere la sua umanità e la sua spiritualità. Continua a leggere

La psichiatria, tra il pessimismo di Mario Tobino e la poetica di Ungaretti

di Davide Pizzi*

sono una creaturaIl medico psichiatra e scrittore Mario Tobino ha ottenuto meno consensi e palcoscenici rispetto al suo collega Franco Basaglia, e per queste ragioni è poco conosciuto, ricordato e citato. Egli, che ha lasciato un’indimenticabile memoria sulla sua esperienza psichiatrica nel manicomio di Lucca [1], manifestò la sua contrarietà alla legge 13 maggio 1978, n. 180 e scrisse queste parole al suo assistente: “Questa legge 180 ha del buon principio, ma come spesso in Italia accade saranno problemi. I malati vanno curati e amati. I politici guasteranno tutto… come sempre. Ma resteremo soli e la moda vincerà. Addio malati, cari compagni della mia vita”. Continua a leggere

La belva. Sono una maniaco-depressa contenta di esserlo

grotta

di Patrizia Taccani

*Non è stato facile decidere di aprire il libro di Camelia Ciuban, credo, già a partire dal titolo: “La belva. Sono una maniaco-depressa e contenta di esserlo”  (1) e mi sono domandata che cosa mi avesse momentaneamente allontanata dal desiderio di iniziarne la lettura. Ho capito che l’aggettivo “contenta”, inserito nel sottotitolo, mi suonava come provocazione eccessiva. Del resto in molti punti del suo racconto si è chiamati a raccogliere delle sfide. Ci imbattiamo in parole forti, in minuziose descrizioni di vissuti intimi, personalissimi, ci affacciamo su vuoti che fanno trattenere il fiato. Non è mai una sfida respingente però, così come non ci si troverà mai di fronte a richiesta di compatimento. Occorre leggere attentamente riga dopo riga, ma soprattutto accettare di ricomporre frammenti di un’esistenza accompagnati, nel racconto, all’alternarsi di emozioni e pensieri a volte totalmente in contrasto tra loro. Bisogna accettare di ascoltare la malattia mentale vista solo dal di dentro di chi la vive, non mediata dagli specialisti. Continua a leggere

Succede nel Regno Unito…!

Come facilitare la cura della salute mentale per le persone con disabilità intellettiva

di Roberto Cerabolini *

Immagine cerabolini“No Health Without Mental Health”[1]

Nel Regno Unito cresce la consapevolezza sull’importanza di facilitare l’accesso ai servizi per la salute mentale anche per le persone con disabilità intellettiva. Si è riconosciuto che vi sono disparità nel modo in cui sono prese in carico dai servizi sanitari e sociali. Queste persone e le loro famiglie hanno ancora grande difficoltà ad accedere ai servizi di salute mentale rispetto ad altri gruppi sociali.

Il sistema sanitario di quel Paese si è posto da tempo (Disability Discrimination Act, 1995) l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza dei diritti di accesso alle cure per tutti. Dal 2005, constatando la mancanza di professionisti esperti nell’operare con persone che hanno contemporaneamente una disabilità intellettiva e problemi di salute mentale, è stato introdotto in via prioritaria l’impegno di superare la tradizionale separazione tra i servizi psichiatrici e i servizi per la disabilità (Mental Capacity Act, 2005). Molte persone con difficoltà di apprendimento possono raggiungere una condizione di vita piena e gratificante, sperimentando benessere fisico, mentale e sociale. Tuttavia, vi sono prove che suggeriscono che ci sono ancora molte barriere per consentire loro il sostegno necessario per condurre una vita sana, soprattutto quando presentano diagnosi complesse. Gli individui con disabilità intellettiva risultano avere nel Regno Unito un’aspettativa di vita più breve della popolazione generale: una differenza di 13 anni per gli uomini e 20 per le donne. Esse presentano inoltre maggiori probabilità di sviluppare problemi di salute mentale.[2] Continua a leggere

I disturbi psichici nella globalizzazione

Dalla crisi del campo familiare ai sistemi di cura per dipendenze, anoressie e distruttività

di Francesco Comelli*

disturbi-189x300Questo testo, rivolto a studenti universitari, psicologi, psicoterapeuti, psicoanalisti, psichiatri,  riflette sul rapporto fra la crisi dei contenitori del soggetto e i suoi disagi psichici: la crisi del campo familiare e la sfiducia nelle ideologie hanno favorito una massificazione della persona che assume in toto gli stati mentali di massa, che allontanano il “negativo” o le esperienze soggettive, per identificarsi in inautentico tutto “positivo”. La rimozione del concetto di morte, grazie ad un’ipertrofia tecnoscientifica, lascia la persona incapace di sapere perché soffre o tuttalpiù la spinge a trovare “farmaci” da cui dipendere per difendersi dal dolore ritenuto inaffrontabile.

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