Archivi tag: operatori sociali

La fragilità come vaccino comunitario

Considerazioni circa l’impatto della pandemia sul mondo dei servizi per le persone con disabilità e sul lavoro degli operatori

di Riccardo Morelli*

 

Un piccolo virus in un sistema complicato

Possiamo considerare gli accadimenti legati alla pandemia come eventi tragici da lasciarci alle spalle e rispetto ai quali occorre riuscire a ricostituire un equilibrio accettabile.

Possiamo pensare che quanto accaduto sia una parentesi, che il nostro obiettivo debba essere quello di far ripartire i servizi e di farlo in modo da garantire il prima possibile lo stesso livello di prestazioni e di fatturato ante Covid.

Sarebbe un errore.

Il virus rappresenta molte cose. Ha causato eventi terribili, portando dolore e lutto.

Rappresenta però anche uno “stress-test” per la rete dei servizi dei quali ha rivelato fragilità e punti di forza; ci ha detto quali assetti organizzativi e quali legami comunitari preesistenti alla pandemia sono maggiormente funzionali alla tenuta della coesione sociale.

Riuscire a riflettere su questi elementi di tenuta e di fragilità può essere molto importante, perfino urgente, in questa fase, anche e proprio in relazione alle incertezze alle quali siamo esposti. Abbiamo forse la possibilità di correggere il tiro, di mettere a frutto gli apprendimenti di questi mesi. Continua a leggere

Operatori della tutela minori: nuove sfide e nuovi bisogni formativi

di Paolo Tartaglione*

Il prezioso mondo di operatori  dei servizi pubblici e privati, che prende il nome di Tutela Minori, avverte in questi anni un profondo bisogno di rinnovamento. Principalmente la frustrazione degli operatori viene diretta su questioni di ordine economico, che nella percezione diffusa starebbero erodendo il terreno su cui poggia il sistema di protezione di bambini e adolescenti, riducendo gli strumenti a disposizione e moltiplicando gli adempimenti e il numero di casi di cui occuparsi.

Questa percezione ha una grossa base di verità, ma non è sufficiente a spiegare la sensazione di abbandono da cui sono pervasi molti operatori, e soprattutto ha il limite di non essere risolvibile da chi lavora nella Tutela, se non in maniera indiretta, essendo prevalentemente frutto di scelte di natura politica e amministrativa.

Pertanto, in affiancamento, e non in alternativa a una riflessione politica sulla necessità che la società decida di investire maggiori risorse su bambini, adolescenti e famiglie in difficoltà, pensiamo utile proporre ai colleghi che operano nella tutela dei minorenni qualche considerazione autoriflessiva. Continua a leggere

Per una definizione professionale della MontagnaTerapia

Questo articolo è frutto del lavoro corale di un gruppo di operatori* che hanno avviato e gestito Progetti di Montagnaterapia provenienti da varie Macrozone. Per informazioni rivolgersi a Paolo Piergentili

 

La rete di Montagnaterapia

In Italia esiste una rete di soggetti istituzionali pubblici, privati e persone appassionate che dà vita a Progetti di Montagnaterapia (PMT). Questa rete si è articolata in 9 Macrozone geografiche, ognuna con un referente, e si riunisce periodicamente sia in un congresso annuale biennale, sia in convegni ed iniziative locali. Nell’ambito di questa rete è nato un gruppo di lavoro, del tutto spontaneo ed indipendente, che si è posto il problema di dare una definizione professionale ai PMT. Questo gruppo ha prodotto un documento che vuole rispondere alle esigenze di definizione professionale e scientifica dei PMT per le motivazioni descrisse appresso. Continua a leggere

“La Grande Mela”. Una vacanza avventura a New York

di Carlo Scovino*

NY2 “La Grande Mela” è un progetto educativo/riabilitativo volto a permettere ai beneficiari di sperimentare la dimensione del viaggiare. Proposto a persone afferenti al CPS, vuole essere un cammino dove acquistano importanza non solo la meta ma anche e soprattutto la dimensione del viaggiare: il viaggio inteso come un’esperienza in grado di tracciare dei segni significativi nelle esistenze, per certi aspetti dolorose e complesse, dei beneficiari. Il viaggio porta a fermarsi, a confrontarsi con domande, riflessioni, con l’immagine di sé stessi derivata dal confronto con l’altro da noi. Viaggiare è in fondo uno stato dell’animo, a cui non si può chiedere ragione del suo essere: esiste perché noi esistiamo. Il valore dell’uomo va oltre quello della salute e della malattia, della normalità e dell’anormalità. Continuare ad assumere uno sguardo aperto ad una dimensione pedagogica ed educativa ci ha sollecitato a ricollocare la malattia nella sfera dell’esistenza, considerandola come un modo di essere nel mondo e dotata di un proprio senso: è una persona che per quanto malata non potrà mai perdere la sua umanità e la sua spiritualità. Continua a leggere

Sull’equa indennità dell’amministratore di sostegno

di Davide Pizzi*

3687349715_a370a2d2b2_zSi ribadisce frequentemente durante i corsi di formazione che l’amministrazione di sostegno non è né una professione, né un lavoro, né un business. La legge 6/2004 che istituisce l’istituto, non accenna in nessun modo, ovvero, non menziona, l’esistenza di una forma di compenso/retribuzione, per chi svolge il compito di amministratore. Il comma 1 dell’art. 411 cod. civ.[1], dove trova applicazione l’amministrazione di sostegno, e l’art. 379 cod. civ. che prevede la disciplina in materia di tutela, stabiliscono che l’ufficio tutelare è gratuito. L’amministratore di sostegno presta quindi la sua opera gratuitamente? È possibile ottenere un riconoscimento in termini economici per tutta l’attività svolta a favore dell’amministrato? Continua a leggere