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Via Baltea – Laboratori di Barriera

di Lisa Parola*

A Torino, nel quartiere di Barriera di Milano, c’è uno spazio meticcio, un luogo che accoglie tante e differenti attività.

Un po’ giardino pubblico, un po’ luogo di lavoro, un po’ spazio dove mangiare vegetariano e un po’ un cortile dove passare per caso e magari fermarsi tutto il pomeriggio: Via Baltea Laboratori di Barriera è un luogo così. Uno spazio al plurale dove trovare ‘situazioni’ per produrre cose, cultura e cittadinanza. Un community hub aperto nel 2014 in un’ex tipografia di 900 mq con una corte interna di 200 mq – riqualificato su iniziativa della Cooperativa Sumisura.

Uno strano agglomerato di laboratori, attività e progetti dedicati all’educazione informale. Un piccolo mondo alla rovescia che ospita anche musica, informazione, cibo e arte. Un luogo nel quale ci si può confondere, se non si è abituati a condividere, ma divertire se invece si è in cerca di un meticciato quotidiano. In via Baltea c’è chi fa il pane, chi mette musica alla radio, chi serve da mangiare, chi suona jazz, chi lavora il legno, chi insegna a fare cesti. E può capitare di incontrarsi nel cortile per un caffè o una birra. Continua a leggere

Progetto Citt-Abitiamo, storia di un incontro

di Marco Mancini*

È nell’incontro che si dipanano le storie. Una narrazione che si fa svelamento dell’altro ma ancor prima di noi stessi poiché nello sguardo di chi si sofferma dinnanzi a noi troviamo la conferma della nostra identità. Quando ciò accade nello sfaccettato mondo delle fragilità appare ancora più prezioso poiché qui le relazioni sono delicate come cristalli di brina. “Il malessere spinge verso il pozzo dell’isolamento, quel pozzo che guarda con angoscia all’enigma del cielo”, come scriveva Pessoa. Continua a leggere

A Milano: la Festa di via Padova il 17 e 18 maggio 2014

di Patrizia Taccani *

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Un bambino stupito da quanti segreti
potesse nascondere la “sua” via
a un certo punto ha esclamato
“ma…. via Padova è meglio di Milano!”
Ci è piaciuto così tanto che abbiamo
deciso che questo grido di sorpresa
sarebbe stato il nome della Festa…
(tratto dal Programma redatto dalla Associazione)


Il nome della Festa

Così ora sappiamo il perché del nome “Via Padova è meglio di Milano!” attribuito ad una Festa che racchiude un considerevole numero di eventi in un dato tempo, in un dato luogo. La Festa di via Padova è arrivata alla sua quinta edizione. Lo scorso anno ne avevo scritto per “Scambi di Prospettive” limitandomi alla personale esperienza di partecipazione allo specifico evento di un’intera giornata dedicata al silenzio.
Oggi mi sembra importante parlarne prima che si dia vita alla Festa, per diversi motivi. Uno certamente riguarda la necessità di far conoscere l’evento per permettere a chi vuole entrare in carne ed ossa nel vivo della Festa di segnarsi la data. Save the date, dunque, o navigante! Continua a leggere

Paziente sì, ma esperto!

di Claudio Castegnaro*

Immagine Una rivoluzione si aggira nel mondo dell’assistenza sanitaria. “Patients can improve healthcare: it’s time to take partnership seriously”. A questa prospettiva il British Medical Journal ha dedicato una copertina suggestiva rimbalzata su molte testate, reclamando l’importanza di valorizzare l’esperienza e la voce dei pazienti, una risorsa spesso inutilizzata dal sistema sanitario. Una risorsa che, in particolare nel caso delle patologie croniche, è irrinunciabile. Se ne parlerà al Simposio organizzato a Milano per il 12 aprile da Fondazione Paracelso, in occasione della Giornata Mondiale dell’Emofilia. Il programma è visibile qui. Continua a leggere

Un porto a San Siro

di Moreno Castelli*

hpim4772Molti sembrano materializzarsi dal nulla, con i colori scuri della loro pelle che si confonde nella sera di Milano. Egitto, Filippine, Senegal, Perù, Cina, Pakistan, Sri Lanka… Arrivano alla spicciolata, per poi entrare in punta di piedi, intirizziti ma sorridenti, nella nostra sede di via Abbiati a Milano, quartiere San Siro, dove questo rituale si ripete ormai da diciannove anni.
Noi siamo lì ad aspettarli, proviamo ad accoglierli, cercando di farli sentire meno a disagio, meno timidi, chissà, magari meno soli.
Sono i nostri ragazzi, le nostre donne, i nostri studenti di Alfabeti. Continua a leggere