Pubblichiamo volentieri questa foto inviata da una nostra lettrice, Laura (che si definisce aspirante fotogiornalista) che ha voluto condividere con noi un momento che ha colto fuori dalla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, immortalando “un cambiamento sociale che è già in corso”. Abbiamo preferito modificare la foto per tutelare la privacy delle persone coinvolte ma ci sembra che l’immagine riesca comunque a trasmettere il messaggio che aveva in mente l’autrice quando l’ha scattata. Queste le sue parole di accompagnamento alla fotografia:

«Non sono una fotografa professionista, ma questa scena ha catturato la mia attenzione in modo particolare e credo che racchiuda in sé un messaggio positivo ed educativo per la collettività. Mentre stavo per entrare in stazione, ho visto un anziano signore (fiorentino, l’accento era inconfondibile) avvicinarsi spontaneamente a uno dei tanti ragazzi immigrati che oggi popolano le stazioni delle città italiane, semplicemente per parlargli! Sinceramente io a scene del genere non sono abituata.

«Sentiamo sempre più spesso notizie di violenza e intolleranza verso gli immigrati che arrivano nel nostro paese… e questo scatto invece, ci racconta tutt’altro (per fortuna). Il fare di quell’uomo era quello tipico di un nonno che vuole dare dei consigli, capire e ascoltare cosa ha da dire un nipote che ha già conosciuto la durezza della vita.

«Questa foto per me racconta l’incontro di due delle maggiori solitudini della nostra epoca: quella dei migranti senza patria, e quella degli anziani che faticano a trovare chi voglia ascoltare le loro storie e i loro saperi… una memoria che stiamo progressivamente perdendo. È per questo motivo che ho intitolato la foto “Spiragli di futuro”, perché è così che vorrei vedere il futuro: come un ciclo perfetto di scambio ed inclusione in cui tutti possano avere pari dignità di partecipazione alla vita sociale e trovare dei punti di contatto in quanto esseri umani.»

3 pensieri su “Spiragli di futuro

  1. Mariangela Ferrarini

    Anche io parlo sovente con gli immigrati, sono come noi,non dimentichiamo che alcuni di loro ,come noi,sono malati,disabili,separati,gay,con lavori precari ma anche istruiti,hanno fatto l”università, cucinano i loro piatti tipici, portano i genitori in ospedale, soffrono e ridono come noi,cui distingue da loro solo la provenienza…. By Mary

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  2. Sirio- educatrice e formatrice

    Grazie! Mi sembra un’immagine molto importante, da tenere cara e che può insegnarci molto!

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  3. Patrizia Taccani

    Molto interessante la scelta di Scambi di Prospettive di pubblicare un’immagine inedita con il commento dell’Autrice!
    Incontro di solitudini? Certamente, ma anche segno della capacità di un uomo di fare il primo passo verso l’altro, di sedersi sullo stesso gradino, di dare inizio al dialogo. Gesti che hanno creato reciproca visibilità e, grazie all’immagine, l’hanno regalata ai nostri occhi.

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