Gruppi di parola per bambini: un progetto importante ma a “costo zero”

Ho una cara amica che lavora come psicologa all’Asl di Milano. La conosco da più di dieci anni, da quando i nostri figli hanno iniziato il nido, rigorosamente comunale, insieme.

In questi dieci anni ho avuto la possibilità di conoscere la passione che mette nel suo lavoro, ma anche la fatica che le richiede.
Lei, con tre figli maschi, che come tutti i figli maschi spesso la fanno impazzire, lavora con i bambini maltrattati, con i padre abusanti, con le madri in difficoltà, con le famiglie disagiate.
Da quasi tre anni, il servizio dell’Asl dove lavorava quando l’ho conosciuta (Centro di psicologia del bambino e dell’ascolto) ha chiuso e lei è stata trasferita al Consultorio di Via Boifava, quartiere di Gratosoglio, che presenta una realtà sociale complessa.

Passione, dicevo, perchè in questi anni ho capito quanto per lei sia importante poter lavorare come psicologa in un servizio pubblico, in cui crede fermamente e che mai scambierebbe con un comodo studio privato.

Ma anche fatica, fatica mentale e dell’anima, nel trovarsi di fronte ogni mattina a situazioni pesanti e complicate, per poi tornare a casa dai suoi figli e affrontare la “normale quotidianità” con loro.
“Avevo voglia di lavorare in ambito preventivo e non solo clinico di cura…” e così mi racconta del progetto che con una collega ha proposto di mettere in piedi nel suo servizio: Gruppi di Parola, uno spazio di ascolto e condivisione per bambini con genitori separati.

Uno spazio pensato per i bambini, per aiutarli ad affrontare le trasformazioni familiari che stanno vivendo, attraverso lo scambio con altri bambini che si trovano nella stessa situazione. Si tratta di un percorso articolato in 4 incontri, a cadenza settimanale, di due ore ciascuno. Parte del quarto incontro prevede anche la partecipazione di mamma e papà, per uno scambio tra genitori e figli.

Me ne parla con entusiasmo, felice di essere riuscita a proporre questo progetto e che i suoi responsabili l’abbiano accolto e che la sostengano… ma anche qui emerge la fatica….perchè sostenerlo per l’Asl significa: “ok, potete andare avanti” ma per il resto è tutto nelle mani dei professionisti: non ci sono risorse in più, non ci sono ore in più, la routine del Consultorio non cambia… quindi la mia amica e la sua collega devono far stare la preparazione e l’attuazione del progetto nei loro orari e nei loro impegni: le sedute con i loro pazienti proseguono, ma anche le riunioni con i colleghi e tutto il resto. Anche la promozione del progetto, dalla diffusione via mail alla stampa dei volantini, è in mano loro, a loro spese… e infatti fanno fatica a raccogliere abbastanza iscritti per far partire il percorso.

Ancora una volta mancano le risorse, i professionisti che lavorano nel pubblico faticano e dei bellissimi, importanti e utili progetti rischiano di passare inosservati e di non partire.

E allora mi viene in mente anche la campagna di questi giorni di Save the children e l’articolo di Flavia Amabile apparso su La Stampa qualche giorno fa: “Chi ruba il futuro ai bambini italiani?” dove vengono evidenziati i “furti di futuro” più gravi: di lavoro, di istruzione, di vita dignitosa e poi quello di cui stiamo parlando ora, il taglio dei fondi per minori e famiglia che “mette l’Italia al diciottesimo posto nell’Europa dei 27”.

Per informazioni sul progetto contattare il Consultorio Familiare Integrato dell’Asl di Milano, Via Boifava 25 – Tel. 02.85788428 – consultoriofamiliareboifava@asl.milano.it

La locandina è scaricabile dallo spazio Segnalazioni del sito di PSS

 

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Informazioni su Francesca Susani

Laureata in Scienze Politiche, collabora con l'IRS dal 1996, occupandosi della rivista Prospettive Sociali e Sanitarie, di cui è caporedattore. Come responsabile della rivista segue anche tutto ciò che la concerne, quindi la collana "i Quid", il sito, la versione digitale della rivista, il blog "Scambi di Prospettive". Fino al 2016 ha collaborato, inoltre, per gli aspetti più organizzativi, al Progetto Welforum, Rete per le politiche sociali delle Regioni, delle Province autonome e dei grandi Comuni. Dal 2017 è responsabile del coordinamento redazionale di Welforum.it - Osservatorio Nazionale delle Politiche Sociali, nuovo progetto nato dal precedente Welforum.

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