È possibile modellizzare la gestione degli inserimenti lavorativi di persone disabili?

di Sergio Bevilacqua *

come-cercare-lavoro-650x326A Como dicono di sì. Lo dicono gli operatori degli enti accreditati per la formazione e il lavoro e gli operatori dei SIL, i servizi per l’inserimento lavorativo che rispondono ai piani di zona. E lo fanno al termine di un percorso di alcuni mesi che li ha visti coinvolti in un’azione di sistema finanziata dai settori lavoro e servizi sociali. Due percorsi in parallelo con alcuni momenti di scambio in cui approfondire il processo di presa in carico delle persone disabili per favorirne l’inserimento nel mercato del lavoro.

Nel numero di novembre di Prospettive Sociali e Sanitarie, Rodolfo Di Gilio, Umberto Ballabio, Anna Tacchini e Sergio Bevilacqua firmano l’articolo “Inserimento lavorativo: processo di presa in carico della persona disabile”, che presenta l’esperienza condotta dalla Provincia di Como con l’ azione di sistema e ne approfondisce acquisizioni e modalità di lavoro.

Dunque cosa è emerso dal lavoro di analisi condotto dai due gruppi? Innanzitutto un concetto poco conosciuto sia nelle politiche del lavoro che in quelle sociali. L’inserimento lavorativo delle persone disabili può avvenire solo tramite un processo di presa in carico delle persone che prevede momenti diversi fra loro. Ognuno di questi momenti ha una propria autonomia, propri obiettivi e prevede una serie di azioni: quindi costituisce una fase del processo più ampio.

Il concetto di fase aiuta a precisare dove inizia e si conclude un intervento rivolto alla persona disabile. Allo stesso tempo aiuta a definire l’insieme del processo sapendo che le fasi sono autonome, ma strettamente connesse fra loro. E’ necessario tener presente che le diverse fasi non sono in sequenza temporale e non necessariamente gli utenti usufruiscono di tutte le fasi dal momento che il rapporto tra agenzie e persone disabili è ampiamente regolato dalle scelte delle persone e delle loro famiglie. Entrando nel merito di ogni fase si può capire quali attori svolgono un ruolo primario ed essenziale per la riuscita di questa fase.

Questa la descrizione più astratta del concetto di presa in carico. Gli operatori degli enti accreditati e dei SIL  hanno descritto le singole fasi analizzando attività ei servizi che erogavano alle persone disabili prese in carico dalle proprie organizzazioni. Attività che è stata svolta nell’ambito di due laboratori che avevano una duplice funzione: formativa e consulenziale. Formativa dal momento che intendevano favorire l’apprendimento dei partecipanti partendo da una riflessione sulle proprie esperienze lavorative; e consulenziale perché il ruolo della consulenza è stato quello di creare un setting che favorisse il confronto fra operatori abituati a collaborare fra loro ma con minor esperienza nell’approfondimento concettuale dell’analisi dei processi da loro gestiti.

Nell’ambito dei due laboratori è dunque emersa l’analisi del processo di presa in carico che ha evidenziato la presenza di cinque fasi: quadro diagnostico, accoglienza, valutazione, occupabilità, occupazione.

Quadro diagnostico

In questa fase avviene l’identificazione delle diagnosi, della situazione esistenziale della persona disabile e la certificazione delle sue abilità lavorative. Le attività sono gestite dai sistemi sanitari e sociali e non vedono alcun ruolo di enti accreditati e SIL

Accoglienza

In questa fase avviene la raccolta di informazioni amministrative, di prima conoscenza della situazione della persona; si verifica se la persona ha i requisiti per l’iscrizione al CMD. Tutti gli attori, accreditati e SIL, hanno un ruolo in questa fase. Non è detto che i servizi erogati siano comunque gli stessi, così come l’interlocuzione con gli enti invianti. I SIL sono maggiormente orientati al dialogo con gli enti specialistici in ambito sanitario come i CPS, DSM, SERT. Gli enti accreditati tendono a gestire l’accoglienza dialogando con il sistema istruzione e formazione professionale, con enti che si occupano nello specifico di riabilitazione e valutazione delle potenzialità, con la cooperazione sociale.

 Valutazione

E’ una fase molto importante perché si sviluppa un percorso di progressiva conoscenza della persona in carico, viene monitorata la fattibilità del progetto di inserimento lavorativo definito con l’utente. E’ prevista una valutazione iniziale, in itinere, finale ed una specificamente rivolta ad utenti in situazione di particolare difficoltà. Anche in questa fase gli enti accreditati e i SIL svolgono un ruolo significativo erogando servizi diversi e disponendo di competenze e percorsi valutativi strutturati in modo diverso.

Occupabilità

Prevede percorsi di formazione professionale in aula, in situazione e tirocini che hanno finalità conoscitiva, orientativa, finalizzata all’occupazione. Gli enti accreditati dispongono di un ampio ventaglio di possibilità, i SIL sono maggiormente orientati all’utilizzo dei tirocini.

Occupazione

Si articola in tre sottofasi: relazione con le aziende, incontro fra domanda e offerta di lavoro e gestione del mantenimento del posto di lavoro. E’ la fase che predomina e “oscura” le altre per le aspettative dei  finanziatori, dei policy maker, degli individui presi incarico e delle loro famiglie. Ma dall’analisi del processo di presa in carico si nota come questa fase sia il frutto del lavoro sviluppato nelle fasi precedenti  e questo esito riguarda la totalità delle persone disabili che faticano a gestire un inserimento nel mercato del lavoro in modo autonomo utilizzando unicamente le proprie risorse, capacità e sistemi di relazioni.

In questa fase sia gli accreditati che i SIL svolgono una funzione significativa ed è emerso che nel  territorio comasco i SIL svolgono una preziosa azione nei confronti delle micro e piccole aziende che non hanno obblighi normativi.

 Ma perché formalizzare il processo di presa in carico

Il lavoro di modellizzazione ha diverse ricadute: aiuta le agenzie a posizionarsi rispetto ad un quadro di offerta complessiva di servizi per l’inserimento lavorativo; solitamente il posizionamento è poco preciso perché gli enti che offrono servizi per le persone disabili dichiarano di occuparsi genericamente di inserimento lavorativo.

Aiuta chi gestisce la governance del sistema a comprendere com’è articolata e distribuita l’offerta dei servizi nel territorio. Il modello infatti potrebbe fornire ulteriori indicazioni sull’offerta di servizi nei diversi distretti di un territorio provinciale.

Tutto ciò è possibile perché il modello articola il concetto di inserimento lavorativo che non è più associabile ad un’unica attività, la creazione di occupazione, ma agevola la comprensione della complessità del concetto perché identifica un processo articolato in fasi che prevedono attività diverse e attori con funzioni.

Infine consente di  articolare l’idea diffusa tra gli attori delle politiche del lavoro e sociali che prevede una impropria associazione tra il concetto di inserimento lavorativo e quello di occupazione della persona disabile fornendo una formidabile leva per una crescita culturale degli attori impegnati nell’inserimento lavorativo delle persone disabili.

Bibliografia

Per una bibliografia completa si rimanda all’articolo in corso di pubblicazione sul numero di novembre di Prospettive Sociali e Sanitarie

* consulente di SLO, società di consulenza e formazione di Milano

2 pensieri su “È possibile modellizzare la gestione degli inserimenti lavorativi di persone disabili?

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