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“Più fragili dopo la tempesta? Ricerca sugli anziani in Lombardia: bisogni, desideri, risorse”

Si terrà a Milano il prossimo 8 febbraio, presso la Casa della Cultura, l’incontro: Più fragili dopo la tempesta? Ricerca sugli anziani in Lombardia: bisogni, desideri, risorse”.

Promosso dai sindacati confederali pensionati della Lombardia in collaborazione con ARS, l’Osservatorio è frutto di una ricerca di cui il presidente Ars, Sergio Pasquinelli, ha curato la direzione scientifica.

 

Com’è cambiata l’età “anziana” dopo quasi due anni di pandemia? Come sono cambiate le condizioni di vita, i bisogni, i desideri, le risorse su cui contare, le fragilità cui ci si trova esposti?

Per rispondere a queste domande i sindacati confederali pensionati della Lombardia hanno promosso un Osservatorio regionale sulla terza età, in collaborazione con ARS – Associazione
per la Ricerca Sociale di Milano.
Ne esce un quadro netto in termini di risultati, che sono stati raggiunti attraverso interviste a
un campione di oltre mille anziani lombardi, distribuiti su tutto il territorio regionale.

L’evento verrà trasmesso in diretta sul canale YouTube della Casa della Cultura e su quelli dei promotori dell’iniziativa.
Per partecipare di persona è necessario iscriversi gratuitamente online: www.prosp.it/8febbraio22

Il Rapporto di ricerca sarà distribuito durante l’evento e successivamente disponibile online.

Atlante Fidaldo, esperienze sul territorio a confronto.

Martedì 19 ottobre 2021, dalle 10:00 alle 12:00, si terrà l’incontro dal titolo “Atlante Fidaldo – Una mappa delle misure e dei sostegni economici a favore delle famiglie che si avvalgono di lavoratori domestici. Esperienze sul territorio a confronto”.
E’ ora online il programma definitivo.
Chi lo desidera può seguire l’evento sulla piattaforma gotowebinar iscrivendosi qui:

Il Diversity Management in azienda. Strategie per un ambiente di lavoro inclusivo

di Eleonora Maglia*

A seguito dei cambiamenti sociali, demografici e familiari, caratterizzati da femminilizzazione del mercato del lavoro, crescente immigrazione e prolungamento della vita media (Bombelli, 2013), all’interno delle aziende i gruppi di lavoro risultano sempre più spesso misti, ovvero caratterizzati dalla presenza di personale diversificato per età, nazionalità e genere. Al fine di realizzare un coordinamento efficace della forza lavoro così composta, le organizzazioni stanno sempre più istituzionalizzato la figura del Diversity Manager, che viene chiamato a creare un ambiente di lavoro inclusivo, in grado di favorire l’espressione del potenziale individuale e di utilizzarlo come leva strategica per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi (Barabino et al., 2001). Continua a leggere

L’aiuto condiviso: evidenze oltre lo “storytelling”

di Sergio Pasquinelli*

Famiglie che si aiutano, badante di condominio, baby sitter condivisa, co-abitazioni, orti di quartiere, piattaforme digitali, hub territoriali, biblioteche aperte, cortili sociali.

In una logica di sharing economy applicata al sociale si stanno moltiplicando iniziative e dibattiti. L’impressione condivisa è che il formato tradizionale di servizi che danno e di utenti che ricevono va stretto in molti casi e in molti ambiti, va superato, va ripensato.

Serve un nuovo sguardo, il passaggio da una centratura su “servizi-che-offrono” a una sulle attività della vita quotidiana: abitare, prendersi cura, lavorare, educare. I servizi non più come i soggetti delegati a fornire risposte, ma attori fra gli altri: attivatori di risorse, relazioni, connessioni. Continua a leggere

Valorizzare la programmazione sociale oggi: tendenze regionali e il caso del nuovo piano sociale abruzzese

di Ugo De Ambrogio e Tullia Pagani

Gli ultimi 10 anni, dall’inizio della crisi ad oggi, sono stati 10 anni molto difficili per la programmazione delle politiche sociali.
Il decennio precedente (1997-2006) aveva trasformato il ricco bagaglio culturale e di esperienze territoriali in atti di riforma e sviluppo nazionali e regionali, si pensi per esempio alla legge 285 del 97 alla 328 del 2000 e, dopo la riforma del titolo quinto che attribuisce competenza esclusiva alle regioni in questa materia, al proliferare di leggi regionali di riordino del sistema, spesso costruite sulla falsariga della 328.
Il decennio 2007-2016 invece è stato un decennio di arretramento che, a causa delle parole d’ordine di taglio della spesa pubblica si è dovuto confrontare con un processo non dichiarato ma effettivamente praticato di smantellamento del welfare, e del welfare territoriale in particolare, un decennio che ci ha costretto a riesumare una vecchia parolaccia: “l’assistenzialismo” descrivendo gli anni in corso come di “neoassistenzialismo” (Siza, 2012) perché caratterizzati dalla riduzione drastica delle risorse territoriali e l’uso per lo più tradizionale (assegni ad personam non controllabili) delle risorse nazionali (vedi in nota la serie di studi Irs pubblicati su PSS e denominati “Costruiamo il welfare dei diritti”). Continua a leggere